Oggi gioca nel Ferentillo Valnerina ed allena i bambini, ma quando può corre a tifare quei colori rossoverdi che ama
L’ex ala della Ternana Salif Dianda è oggi uno dei punti di forza del Ferentillo Valnerina, formazione di Seconda Categoria che è una vera e propria colonia rossoverde (Antonio Cardona presidente, Romeo Papini dirigente, Alessandro Cibocchi allenatore). Si divide fra il campo e l’allenamento dei bambini, ma appena può corre a vedere di nuovo quei colori a cui è legatissimo, ovvero quelli rossoverdi.
Lo incontriamo a margine della partita amichevole giocata ad Arrone dalla sua squadra contro la selezione di migranti e richiedenti asilo ospitati negli Sprar cittadini e che hanno aderito al progetto Calcio e Integrazione voluto dalla Polisportiva Ternana insieme all’Associazione di Volontariato San Martino, che gestisce le opere segno della Caritas e da Laboratorio Idea e con lui ovviamente parliamo di Ternana.
PECCATO LO STOP. “Personalmente non sono preoccupato per questo momento di stop della Ternana – dice Dianda – perchè comunque sta facendo un ottimo campionato, la serie C è un torneo difficile ma secondo me c’è tempo ancora, la squadra sta andando bene. Quando posso io vado sempre a sostenere la squadra allo stadio o anche a vedere gli allenamenti, questa squadra e questa città sono nel mio cuore”.
ROSA FORTE. Quando però gli si chiede di indicare il giocatore più forte non si sbilancia: “La rosa è fortissima, ci sono tanti giocatori di grandissimo livello, per quello dico che è difficile scegliere. Penso che alla fine questo conterà”.
VINCERE SEMPRE. E la classifica? Importante guardarla, ma non troppo: “Penso che la Ternana non debba fare calcoli: io ho sempre ragionato così e credo che anche loro ragionino in questo modo. Non bisogna guardare la classifica, in un campionato come questo c’è bisogno di vincere sempre, fare più punti possibili. Dove potrà arrivare? Lo dirà il campo, ma ripeto: questa squadra ha i mezzi per fare bene“.
IL CALCIO INSEGNA I VALORI. Dianda ha poi parlato anche del progetto Calcio ed integrazione, che lo ha visto protagonista in campo, ma come abbiamo documentato, anche in veste di ‘massaggiatore’ e ‘traduttore‘: “E’una bella cosa per loro, attraverso lo sport possono integrarsi, ma allo stesso tempo possono capire se qualcuno di loro può avere magari un futuro nel calcio. Per me lo sport è stato importante, io ho avuto la fortuna di partire da giovanissimo, per loro in questo momento è un modo per essere parte della società e allo stesso tempo imparare le regole”
Sei un grande
Se lo dice lui
Ecco io glelo dicevo a mi nonno che se campava nel 2018 avrebbe avuto 110 anni
DIANDA UNO DI NOI ❤️?
Ah ok…
anche un bambino sa che più punti fai più hai la possibilità di arrivare primo
una filosofia nata da anni di esperienze calcistiche ?
ce voleva quisto pe’ di’ na cosa ovvia