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L’ex Fere Dianda tuttofare: massaggiatore, traduttore e bomber

Curioso siparietto ad Arrone durante l’amichevole fra il Ferentillo Valnerina dell’ex rossoverde e la squadra dei migranti di Polisportiva Ternana e Associazione San Martino

Salif, digli se sente dolore e dove lo sente“. Salif è Dianda, l’esterno burkinabé che ha conosciuto momenti di gloria e la Nazionale ai tempi della Ternana e che adesso dopo tanti infortuni ha ripreso a giocare – ma anche ad allenare i bambini – al Ferentillo Valnerina, società di Seconda Categoria che è una colonia di ex rossoverdi (Antonio Cardona presidente, Alessandro Cibocchi allenatore, Romeo Papini consulente).

OLTRE LE BARRIERE.Il suo interlocutore è il medico del Ferentillo e Dianda in quel momento sta ‘tirando’ la gamba di un giocatore avversario che si è accasciato a terra dopo un controllo di palla. E’ il momento più curioso e bello di un pomeriggio già di per sè storico: il Ferentillo sta infatti giocando al comunale di Arrone una amichevole contro la selezione di migranti e richiedenti asilo ospitati negli Sprar cittadini e che hanno aderito al progetto Calcio e Integrazione voluto dalla Polisportiva Ternana insieme all’Associazione di Volontariato San Martino, che gestisce le opere segno della Caritas e da Laboratorio Idea: 200 ore di insegnamento gratuito dei rudimenti del calcio a ragazzi giovanissimi (dal 1993 al 2001), che si uniscono ai corsi di italiano e all’avviamento al lavoro: “Infatti alcuni dei ragazzi che hanno preso parte al progetto non ci sono, perchè stanno proprio lavorando“, dicono i responsabili dell’associazione.

TRADUZIONE SIMULTANEA. Molti dei ragazzi non parlano bene l’italiano e così Dianda, accorso subito in soccorso del ragazzo infortunato si offre di fare da traduttore: “Devo sapere cosa sente, per capire che tipo di infortunio ha”. Dianda traduce in un comune idioma che non è nè il francese nè l’inglese e poi riferisce. “Chiedigli come sta, se sta meglio o sente ancora dolore”. Il ragazzo, fortunatamente, si rialza poco dopo, leggermente zoppicante.

IL CALCIO AIUTA. Dianda è un figlio dell’Africa, dunque conosce bene il calvario dei ragazzi e sa quanto anche in situazioni difficili come quelle dalle quali vengono questi ragazzi, quanto aiuti un pallone che rotola: “A me ha aiutato tantissimo – spiega l’ex rossoverde – ma io sono stato fortunato di essere andato via da giovanissimo. Molti di questi ragazzi hanno sofferto nei loro paesi d’origine e per loro fare calcio significa liberarsi, fare aggregazione. Magari qualcuno di loro potrebbe anche avere i mezzi per sfondare, chi lo sa. Ma intanto attraverso il calcio imparano la lingua e le regole, non solo dello sport, ma della vita e imparano valori importanti. Sono contento di aver preso parte col Ferentillo a questa iniziativa“.

Alla fine i ragazzi allenati da Giuseppe Nicolai hanno vinto 3-1, ma Dianda è andato anche a segno con una giocata come quelle di una volta, come ha fatto nelle ultime partite con il Ferentillo Valnerina. Ma in fondo, in questi casi, il risultato non conta. Conta lo sport, che abbatte le barriere e la discriminazione.

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[…] Calcio ed integrazione, che lo ha visto protagonista in campo, ma come abbiamo documentato, anche in veste di ‘massaggiatore’ e ‘traduttore‘: “E’una bella cosa per loro, attraverso lo sport possono integrarsi, ma allo stesso […]

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5 anni fa

???

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5 anni fa

La squadra dei migranti?????

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