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Ternana, odissea e cuore di un capitano

Dalla salvezza miracolo alla retrocessione, fino alla la gioia della promozione, tutte le emozioni rossoverdi di Defendi.

Quinto anno di militanza nella Ternana, capitano, leader del gruppo e della squadra, autore di quello che è stato forse il vero gol della promozione. La serie B conquistata dalle Fere porta la firma anche del capitano della squadra, Marino Defendi. Per lui, un risultato che gratifica e premia la sua tenacia e la sua fedeltà ai colori rossoverdi, con i quali oggi vive una delle gioie della sua carriera ma con i quali ha condiviso e affrontato anche momenti difficili e amari.

ALL’INFERNO E RITORNO. Arrivò alla Ternana nel 2016, Marino Defendi. Prelevato dal Bari, società dove era stato capitano e dalla quale andò via nel calore dei tifosi. Da lì a diventare simbolo e capitano anche alla Ternana, non ci ha messo tanto. Il calciatore bergamasco, in rossoverde, ha vissuto tante sensazioni e anche ricoperto in campo parecchi ruoli. Tra una cosa e l’altra, gli manca di fare il centravanti, il difensore centrale e il portiere. Ma soprattutto, ha vissuto ogni possibile emozione di fine stagione: dalla salvezza alla retrocessione, fino alla gioia di una promozione. Nel suo primo anno, il 2016-2017, è stato tra gli artefici della salvezza miracolo targata Fabio Liverani. Subito dopo quell’impresa, la proprietà della famiglia Longarini cedette la mano, in favore del gruppo Unicusano. Anche i nuovi padroni delle Fere hanno riconfermato Defendi, ma per il capitano è significato dover condividere con gli altri la retrocessione dalla serie B alla serie C. Lui, però, non si è dato per vinto. Ha continuato a essere capotano del gruppo anche in serie C e, nella stagione 2020-2021, è arrivato non solo a vivere una sorta di nuova giovinezza con le prestazioni in campo, ma anche a gioire con gli altri compagni (nella foto, insieme a Carlo Mammarella durante la festa in campo) per il ritorno in serie B. In campo, si è sacrificato anche cambiando ruolo. In questi anni, ha fatto di tutto, dal mediano alla mezzala, dall‘attaccante esterno al terzino destro, fino a fare persino il trequartista.

BANDECCHI: “UN UOMO, PRIMA ANCORA CHE CAPITANO“. Il vero tocco decisivo di Defendi per la Ternana, però, è stato probabilmente quel gol segnato proprio alla sua ex squadra, il Bari, nella gara di ritorno al Liberati. Un gol negli ultimi secondi di recupero, capace di dare alla Ternana la vittoria per 2-1 sui Galletti e, probabilmente, i tre punti decisivi per riprendere la marcia e arrivare a chiudere il capitolo serie B. Marino Defendi, dunque, è stato (ed è) il simbolo di questa Ternana. Glielo riconosce anche il presidente Stefano Bandecchi. A lui, infatti, si è rivolto il numero uno rossoverde dopo la partita vinta con l’Avellino e con la matematica serie B in tasca. “Penso a lui – ha detto Bandecchi a Cusano Tv Italiaperché era insieme a me pure in quel giorno in cui, sempre qui contro l’Avellino, dicemmo addio alla serie B. Ora, contro lo stesso avversario ma nel giorno in cui ci riprendiamo la B, lui è ancora qui insieme a noi. Grande capitano, ma prima ancora grande uomo“.

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