Nel Consiglio Federale di giovedì ha fatto scalpore l’astensione della Lega di B sul tema del piano strategico federale. In sostanza, la scelta del presidente Mauro Balata, condivisa da tutti i 20 club del campionato cadetto, mira ad ottenere chiarimenti ed un miglioramento circa le prossime riforme, in quanto questo piano “ritenuto nella sua versione definitiva ampiamente al di sotto delle sue iniziali ambizioni”.
Nella nota ufficiale della Lega spiega che “non è da intendere come un’avversione alle riforme, tema che la Lega B promuove da anni anche con sostanziosi contributi inseriti nel piano, ma si giustifica in un’ottica di costruttiva collaborazione dalla necessità di essenziali chiarimenti proprio sui punti più qualificanti del provvedimento. In particolare “Non è chiaro, ad esempio, quello che potrebbe accadere nel caso in cui una società di serie A (per la quale i requisiti economici, dopo l’ultima modifica, non sono ammissivi in quanto sostanzialmente sostituiti dalla licenza UEFA) dovesse retrocedere in serie B dove, invece, i requisiti economici sono vincolanti per l’iscrizione al campionato. La circostanza è aggravata dal fatto che vi sono parametri economici obbligatori per iscriversi ai campionati di B e C che devono essere posseduti al momento della verifica dei requisiti previsti dalle Licenze Nazionali. Il rischio concreto, al quale nessuno in sede di Consiglio Federale è stato in grado di dare una esaudiente soluzione, è che una retrocessa dalla A finisca per non avere i requisiti di iscrizione al campionato di B con un evidente vulnus normativo e una conseguente possibilità di dover sacrificare il principio di equa competizione sull’altare della fragilità logica del nuovo assetto regolamentare”.