
Il 27 maggio 2001 va in scena al Liberati uno dei più celebri episodi di razzismo del nostro calcio: protagonista l’attaccante del Treviso in campo contro la Ternana
Minuto 22 del secondo tempo di Ternana-Treviso, terzultima di campionato di serie B 2000-01. La Ternana sta vincendo 2-1 un match delicatissimo soprattutto per i veneti di Sandreani che stanno cercando la salvezza. Esce Pietro Nicolella, entra Akeem Olowashegun Omolade: ha 17 anni, è nigeriano e sino a quel momento non aveva mai giocato nemmeno un minuto.
Non fa in tempo a mettere in piede in campo che dalla curva che ospita i tifosi del Treviso, circa trenta ammassati in Curva San Martino si leva un coro: “Il negro non lo vogliamo”.
Il ragazzo non si scompone, i tifosi – o sedicenti tali – invece sì: in due minuti ripongono gli striscioni e lasciano lo stadio in segno di protesta. Un gesto che lascia di stucco anche i supporters rossoverdi, che restano silenziosi ed attoniti di fronte a quella palese manifestazione di razzismo come al Liberati non se n’erano mai viste prima.
La Ternana vince 3-1 ma il fatto fece talmente scalpore da far passare in secondo piano il risultato: la domenica dopo, in Treviso-Genoa, i calciatori della squadra biancoceleste, compagni di squadra di Omolade, gli manifestarono la loro solidarietà scendendo tutti in campo con il volto colorato di nero: “Decidemmo così per stargli vicino. Ricordo soprattutto il ritorno in pullman. Omolade piangeva. Quelle lacrime avrebbero dovuto essere di gioia perchè aveva esaudito uno dei suoi sogni, l’esordio in prima squadra. Invece erano lacrime di rabbia, di tristezza”, raccontò qualche anno dopo alla stampa l’allora capitano trevigiano Lorenzo Minotti.
Omolade, anche in quell’occasione, venne inserito nel secondo tempo. E segnò anche un gol. L’attaccante è scomparso lo scorso anno, a Palermo, dove viveva da qualche anno.
