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B come… Bengodi. Da Berlusconi agli stranieri: quanti big fra i patron rivali delle Fere

Il campionato cadetto è sempre più ricco: il numero uno di Unicusano sarà uno dei nomi di spicco ma diversi club hanno proprietà importanti. Spiccano Monza, Pisa, Como e Parma

B come Bandecchi. Certamente l’ingresso dell’imprenditore livornese nel campionato cadetto – anzi, in realtà il ritorno, visto che era in questa categoria che aveva rilevato la Ternana – darà lustro ulteriore al campionato cadetto. Ma dalla retrocessione della Ternana, molte cose sono cambiate e la serie B è stata invasa da proprietà straniere o anche italiane ricchissime, che ne hanno alzato il tasso economico prima ancora che tecniche.

Ecco dunque un piccolo viaggio all’interno delle proprietà dei club cadetti.

L’AMERICANO

La Ternana di Bandecchi dovrà confrontarsi con un’ altra proprietà molto ricca, quella del Parma. A Kyle Krause, che ha rilevato gli emiliani a fine settembre, non è riuscito di centrare la salvezza anche perchè il club si portava dietro problemi vari. Krause, la cui madre Nancy è figlia di una famiglia di emigrati italiani che, all’inizio del ‘900, partì per cercare fortuna negli Stati Uniti, è titolare di una holding che abbraccia una serie di business che abbracciano retaillogisticaturismo, real estateagricoltura, vino (anche due società vinicole italiane) e club sportivi.

Ha investito 100 milioni nel Parma, compreso Progetto Stadio Parma Srl (la società creata per la gestione del progetto di ristrutturazione dello Stadio Tardini) e sulla sua solidità economica ci sono pochi dubbi: il gruppo Krause si è dimostrato una vera e propria potenza finanziaria capace di fatturare solo nel 2019 una cifra vicina ai 2,8 miliardi di dollari.  Complessivamente il patrimonio stimato per la famiglia Krause è di 3 miliardi di dollari, a cui si aggiungono le importanti proprietà in loro possesso come appunto i terreni in Italia ma anche gli immobili di lusso che si trovano negli States.

I RICCHI EUROPEI

A Como e Pisa le società sono guidate da ricchi europei. Una società con base a Londra, la Sent Entertainment è proprietaria del Como: al timone c’è l’anglo-indonesiano Robert Hartono che  secondo Forbes possiede un patrimonio stimato di 18,2 miliardi di dollari e ha nominato presidente l’ex gloria del Chelsea Dennis Wise. Ai piedi della torre comanda invece Alexander Knaster, moscovita di passaporto britannico, inserito nella lista dei 400 uomini più ricchi al mondo.

Knaster, che aveva tentato anche la scalata alla Sampdoria è laureato ad Harvard ed è un uomo d’affari vecchio stile. Già amministratore della Alfa Bank, la più grande banca d’affari russa, oggi è capo di una società che gestisce fondi pensione pubblici, gestioni patrimoniali internazionali, società multinazionali e fondi speculativi.

I BIG ITALIANI

Poi ovviamente, ci sono i big italiani: Massimo Cellino (settore del frumento e dell’agricoltura) a Brescia è il nome più noto insieme a Luca Campedelli, patron della Paluani e numero uno del Chievo, ma ci sono altre società che possono contare su imprenditori di spicco. La Cremonese per esempio è di proprietà del magnate dell’acciaio Giovanni Arvedi, protagonista di un derby siderurgico con Andrea Gabrielli, dell’omonima società e presidente del Cittadella. A Vicenza il patron è Renzo Rosso, numero uno della Diesel,  nota società di abbigliamento, ad Ascoli il proprietario è Massimo Pulcinelli, amministratore delegato della Bricofer.

Il Frosinone è di Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria e titolare di una grande azienda di ricambi per auto e la proprietà del Monza come è noto è della Fininvest di Silvio Berlusconi.

GLI ALTRI

Parma-Pordenone sarà una sfida nel segno della viticoltura, visto che il patron dei friulani Mauro Lovisa, è il titolare di una società che opera nel vivaismo viticolo e vende 7 milioni di piante all’anno. Oreste Vigorito, patron del Benevento, è a capo di una società che opera nel settore delle energie rinnovabili. Curiosamente, è quasi consequenziale a quello del Crotone, Raffaele Vrenna che invece opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti oltrechè in quello del turismo.

Il Lecce è una società per azioni, divisa fra vari proprietari il cui presidente è Saverio Sticchi Damiani, avvocato e docente presso l’Università del Salento,   45 anni, nipote del presidente dell’Aci Angelo mentre la Spal è della famiglia Colombarini, che opera nel settore del Vetroresina. Luca Gallo, patron della Reggina, è leader invece di una società che si occupa di fornitura del personale a varie aziende. Infine, come è noto, il Perugia è di proprietà di Massimiliano Santopadre, a capo della azienda di abbigliamento Frankie Garage.

QUATTRO IN ATTESA

Il ventesimo nome uscirà ovviamente dai playoff di serie C. La grande favorita sembra essere il Padova, che è di proprietà di una società lussemburghese che fa  capo a Joseph Marie Oughourlian,  finanziere francese di origine armena proprietario anche del Lens e del Millionarios di Bogotà in Colombia e che in Italia ha quote fra le altre in Mediobanca, Mediaset e nell’aereoporto di Bologna. Sfiderà l’Avellino del patron Angelo D’Agostino, attivo nel settore dell’energia, delle costruzioni e proprietario di Primativvù.

Nell’altra semifinale, l’Alessandria dell’immobiliarista piemontese Luca Di Masi sfida l’Albinoleffe di Gianfranco Andreoletti, titolare di una multinazionale nel settore delle materie plastiche.

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Fabio
Fabio
2 anni fa

Il Venezia è andato in Serie A

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