Il neo allenatore delle Fere ha raccontato un curioso inedito risalente alla sua carriera da calciatore che tira in ballo un ‘santone’ della panchina e le sue scelte future
Nel corso del primo appuntamento con la stampa durante il ritiro, il tecnico rossoverde Cristiano Lucarelli ha raccontato un aneddoto risalente agli anni da giocatore, ma che descrive molto bene il tipo di scelte tecniche che l’allenatore si appresterà a fare per comporre la rosa per il campionato.
Lucarelli è il capitano del suo Livorno in serie A e sulla panchina dei labronici siede Carlo Mazzone, campionato 2005-06, l’ultimo dell’istrionico tecnico romano prima del suo ritiro dalla panchina (era arrivato a Gennaio al posto di Donadoni). Fu proprio lui, che già intravedeva doti da tecnico nell’attuale allenatore delle Fere, a prendere da parte quell’uomo simbolo e dargli un consiglio del quale farà tesoro per il futuro.
Lucarelli lo racconta: “Un giorno Mazzone mi disse: “A capità ci sono due tipi di calciatori: quello dalla punta dei piedi alla punta del naso e quello dalla punta del naso alla punta dei capelli. Se un giorno sarai allenatore prendi sempre quelli dalla punta del naso alla punta dei capelli”.
QUESTIONE DI TESTA. L’ex centravanti usa l’aneddoto per spiegare una particolare caratteristica che vuole dai suoi esterni ed in generale dai suoi giocatori: “Credo che nel calcio moderno non esista un giocatore che non possa fare le due fasi, almeno dal punto di vista fisico: la differenza la fa soltanto la testa”. E aggiunge: “Pretendo tanto: il mio sogno sarebbe quello di usare ogni partita due sostituzioni per cambiare entrambi gli esterni: vorrebbe dire che hanno dato tutto, che hanno fatto il massimo nelle due fasi, che hanno dato tutto”.