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Le Fere, il ‘miracolo’ Picerno e lo zio d’America che dà il nome al ‘suo’ stadio

In tre anni dall’Eccellenza alla serie C, la matricola lucana è sostenuta da un imprenditore locale emigrato  oltre mezzo secolo fa negli Usa. Rarissimo caso di persona vivente a cui è intitolato un impianto sportivo…

L’amore per il proprio paese, anche da lontano.  La storia dell’impresa dell’AZ Picerno, squadra del comune di 5800 abitanti in provincia di Potenza che domenica 3 novembre sfiderà alle 15 la Ternana allo stadio Liberati è strettamente legata a quella di Donato Curcio.

Picernese doc, classe 1942, è il presidente onorario del club, per il quale ha fatto e continua a fare tanto, anche dal suo ‘buen retiro’ di Buffalo, nello stato di New York. Già, perchè Donato Curcio è partito dalla Lucania, dopo il diploma  professionale, nel 1961 “perché non volevo pesare sui miei genitori, non volevo che sacrificassero tutti i loro risparmi per me, inoltre avevo due sorelle che desideravano proseguire gli studi e ho dato loro la priorità”.

Voleva realizzarsi, diventare indipendente “perchè oggi Picerno offre poco, ma allora non offriva niente“. E ce l’ha fatta, s’è realizzato. Prima emigra in Francia, poi in Svizzera, infine negli Stati Uniti. Dove mette in piedi la sua azienda che si occupa della progettazione e produzione di macchine per decorare prodotti in plastica tramite stampa a caldo, che oggi è una multinazionale con 50 sedi nel mondo.

 STADIO A SUO NOME Ma il legame con le sue radici è solido e se oggi il Picerno, la squadra della “Leonessa della Lucania” è nel calcio che conta lo deve soprattutto a lui. Nel 2007 Curcio dona un milione di euro per costruire  uno stadio di ultima generazione e la comunità picernese, per riconoscenza, glielo intitola, facendo dell’impianto l’unico in Italia intitolato ad una persona vivente.

Uno stadio dove nel girone di ritorno, la Ternana non potrà giocare, perchè non è omologato per la C: la squadra è infatti ’emigrata’ a Potenza. Ma ha già finanziato i lavori per l’adeguamento: “Speriamo comincino al più presto, in modo da poter far gioire questa comunità nel suo stadio“, fa sapere Curcio, che ha accettato di fare il presidente onorario perchè “noi che abbiamo vissuto in una nuova realtà come gli States, abbiamo avuto la possibilità di fare fortuna, dunque ci sentiamo obbligati a fare qualcosa per la gente del nostro paese natale”.

Di tanto in tanto, torna in tribuna a vedere i suoi ragazzi, ma per lui il calcio è quello di una volta: ogni domenica, grazie allo streaming, si collega con l’emittente radiofonica che trasmette le partite della squadra di Giacomarro e quando si serve si fa sentire, con videomessaggi di incitamento al gruppo. In tre anni, il Picerno è passato dalla retrocessione in Eccellenza, col ripescaggio, alla serie C, mettendo in fila club blasonati come il Taranto o realtà attrezzate come il Cerignola.

Adesso viaggia a ridosso della zona calda, ma con la stabilità economica garantita dallo ‘yankee lucano’ fa ancora grandi sogni.

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