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Stadio alla Ternana, Melasecche: “Chiarisco, ribadisco e chiudo”

Nuova interlocuzione su Facebook tra l’assessore e i tifosi sulla faccenda della cessione del Liberati. “C’è disponibilità, ma ci sono pure le leggi”.

La questione della cessione dello stadio Liberati continua ad animare il dialogo sui social network, in paricolare su Facebook e sui gruppo dedicati ai tifosi della Ternana. Da diversi giorni, l’assessor comunale Enrico Melasecche interviene in risposta a chiarimenti rischiesti dai tifosi, sull’operazione che potrebbe portare palazzo Spada a trattare con la Ternana calcio la cessione o la gestione dello stadio. Melasecche ha pubblicato una lunga risposta fornendo una serie di chiarimenti, ma ribadendo che, ferma restando la disponibilità verso la Ternana, l’amministrazione Comunale è chiamata a rispettare le leggi e non può agire liberamente e snza regole. Tra l’altro, annuncia anche che la sua interlocuzione sul gruppo social termina qui, con questo stesso messaggio.

“NON E’ IL MERCATO DELLE VACCHE”. La risposta di Melasecche riguarda anche alcuni commenti da parte di alcuni tifosi, anche critici nei confronti dell’amministrazione comunale e delle possibili o reali intenzioni di trattare con la Ternana la questione stadio. Le prime righe dell’intervento, infatti, toccano proprio questo aspetto: “Leggo alcuni tifosi che, accecati dalla voglia di sbarazzarsi del glorioso Liberati (come se fosse loro e non di 110 mila ternani) danno giudizi da bar.  Io non sto trattando al mercato delle vacche nulla, non mi compete neanche. Quindi non intendo essere coinvolto in trattative su Facebook che qualcuno intende inventarsi travisando completamente la disponibilità al dialogo e la serietà nell’amministrare la cosa pubblica.  Ho solo risposto ad alcune domande con la chiarezza che mi è solita”.

CI SONO LE LEGGI.Enrico Melaseche ribadisce come il Comune, in quanto ente pubblico, sia assoggettato a determinate regole da seguire, trattanosi di una eventuale alienaazione di un bene pubblico. Dunque, delibera di giunta, voto in Consiglio, gara pubblica europea. “Il Comune è un Ente pubblico ed è soggetto alla legge, quindi a procedure precise per quanto riguarda l’alienazione di aree e di strutture proprie. Le scelte politiche, quelle discrezionali, competono al sindaco ed alla giunta, ma quella di alienare un immobile, soprattutto di quella importanza, spetta a tutto il Consiglio comunale che deve votare, alla luce del sole e sotto la propria responsabilità, qualsiasi operazione straordinaria che riguarda la eventuale cessione del Liberati. Qualsiasi operazione di alienazione che venisse fatta per un valore inferiore a quello di perizia, a maggior ragione in un comune disastrato e portato al dissesto, se effettuata per favorire un privato qualsiasi, sarebbe soggetta alla verifica della Corte dei Conti che chiederebbe agli amministratori di risarcire di tasca propria il danno erariale subito dall’Ente”.

PRIMA I RISULTATI, POI CAPIRE BENE COSA SI FA. D’accordo la cessione dello stadio, ma prima di tutto bisognerebbe pensare ai risultati. Quelli che la Ternana, al momento, non sta ottenendo. L’assessore mette il dito anche su questa piaga. Aggiungendo poi che un’alienazione di un bene pubblico, se la si fa, la si deve fare con logica e ponderazione e senza svendere nulla. Basterebbe, su tutto questo, vedere come è stato fatto in altre città.  “In giro per l’Italia – scrive –  ci sono esempi interessanti di come sono stati risolti questi problemi. Basta copiare. Non credo di dire bestemmie nel sostenere, tuttavia, che il primo problema di una società di calcio sarebbe quello di conseguire risultati positivi in campo partecipando alla serie che una città merita per la propria importanza e livello. La B, per Terni, è quella standard, con legittime aspirazioni verso il livello superiore come la storia insegna e non credo che faccia piacere vedere le fere ritrovarsi sotto i cugini di Gubbio in una serie inferiore. Altra osservazione legittima: di Liberati ne abbiamo uno solo per cui, una volta venduto lo stadio, se l’attuale proprietà decidesse di andarsene da Terni potrebbe farne ciò che vuole. Questo scenario nel mondo del calcio non è un’eccezione, ma la regola. Tutti coloro che si sperticano adesso per la vendita a buon mercato, cosa direbbero poi? Pagherebbero di tasca loro? Invito quindi a giudizi seri nell’interesse della città tutta, unico obiettivo per il quale mi sono candidato ed eletto”.

“LA CHIUDO QUI PERCHE’ NON VOGLIO PIU’ POLEMICHE” Nell’ultima parte del suo intervento, Enrico Melasecche chiede che si ponga fine ad ogni polemica e che ci si informi bene su come stanno le cose. Annunciando di non intendere più rilanciare o replicare, ma ribadendo la disponibilità a trattare con la Ternana su ciò che si potrà fare nei limiti delle leggi e delle disponibilità reciproche. “Quanto alla manutenzione (dello stadio, ndr), c’è un contratto in essere che regola i rapporti economici fra Comune e Ternana Calcio (la convenzione, ndr). Basta leggerlo. Dividerci su concetti così elementari non serve, nè alla città nè ai tifosi.  Personalmente, come Assessore ai lavori pubblici e alle manutenzioni, ma anche alla programmazione strategica, sono ampiamente disponibile, in assoluta sintonia con il sindaco ed il resto della giunta, a cercare di affrontare il problema nel modo più intelligente possibile. Nell’interesse di tutti. Cosa dire di più? Questo ho detto a Ranucci nell’ultimo incontro che c’è stato, seduti a tavolino, in cui si è trattato l’argomento. Se poi si vuol fare polemica su tutto, la cosa non mi interessa e soprattutto se qualche tifoso pensa di offendere gratuitamente, dimostra quello che vale. Per questo, intendo interrompere qui il confronto visto che non mi sembra venga compreso lo spirito con cui ho dato alcune informazioni asettiche“.

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