Il numero uno rossoverde replica al delegato provinciale del Coni: “Terminologia e tempistica inopportune”

Siamo praticamente al botta e risposta a distanza, tra il presidente della Ternana Stefano Ranucci e il delegato provinciale del Coni Stefano Lupi. Quest’ultimo, alla cerimonia della consegna dei premi, aveva criticato, senza nominarlo, proprio il comportamento di Ranucci, in particolare quando in occasione della festa al Liberati di presentazione della squadra, aveva fatto ammainare la bandiera del Coni. Gesto, tra l’altro, messo in atto in una serata nella quale era presente  il presidente regionale Domenico Ignozza. Dopo le dichiarazioni del delegato provinciale del comitato olimpico, ecco la risposta di Ranucci.

MODERARE I TERMINI. Il presidente della Ternana parla di doverosa e attenta riflessione da parte sua su queste dichiarazioni del delegato provinciale del Coni, “le cui problematiche nazionali – dice Ranucci in riferimento al comitato olimpico stesso – imporrebbero riflessioni in altri ambiti. Al di là della terminologia utilizzata dallo stesso nei miei confronti, che si commenta da sola, essendo di evidente rilevanza penale, mi sarebbe piaciuto fossero sottolineati aspetti che evidentemente non vengono considerati importanti, o meritevoli di citazione. Ritengo un po’ azzardato definire cialtrone (termine altamente offensivo non scriminato dal diritto di critica) una persona che sì, è nel board di una società che non ha ancora avuto modo di dare a tifosi e sportivi le soddisfazioni calcistiche che avrebbe voluto, ma che a 32 anni dirigeva una compagnia di bandiera, che in precedenza aveva già amministrato importanti aziende e che oggi si onora di essere un ‘impiegato di lusso’ ma se meglio vuole sapere presidente del cda della prima università telematica italiana con tre sedi estere. A mio avviso dovrebbe essere motivo di orgoglio da parte del Coni constatare quanto impegno, non solo di carattere economico, la società che mi onoro di presiedere abbia profuso nel migliorare lo stadio Liberati“.

BATTAGLIA PER LA CITTA’, SILENZIO DAL CONI. Ranucci parla della battaglia portata avanti per il ripescaggio della Ternana in serie B, che proprio nei giorni della presetazione della squadra aveva subito lo stop dal Collegio di garanzia del Coni con il presidente Franco Frattini messo in minoranza. Una battaglia portata avanti, secondo il numero uno di via della Bardesca, nel silenzio anche del Coni provinciale. “Per quanto riguarda poi le battaglie che il nostro club ha inteso portare avanti (e che continua a combattere), mi preme sottolineare quanto segue. Primo, tali battaglie erano volte a tutelare l’intera città ed il mondo sportivo che coinvolge qualunque società del territorio. Eppure non c’è stata nessuna presa d’atto in tal senso da parte del delegato provinciale del Coni che evidentemente ha ritenuto di non dover intervenire magari per non scontentare qualcuno. Io inoltre ritengo che si possa mantenere una poltrona pur avendo diversità di vedute con i propri vertici; anzi, per quanto mi riguarda, quando i miei collaboratori hanno idee differenti dalla mia vivo la cosa come una preziosa occasione di confronto e di crescita. Secondo, la Ternana Calcio ha con grande piacere contribuito a sostenere anche sul piano economico associazioni, squadre, manifestazioni ed eventi (ad esempio per la futsal, famminile e maschile, la corsa, il mondo dei motori, il ciclismo ecc). Quando ci si avventura ad etichettare una persona, bisogna essere cauti. Del resto basta collegarsi ad internet ed utilizzare Google, dove sono facilmente fruibili anche i curriculum vitae. Da un dirigente così titolato mi sarei aspettato, soprattutto nella fase calda delle battaglie legali della scorsa estate, una presa di posizione, un incontro. Invece niente, assenza totale“.

TEMPISTICA INSPIEGABILE. Un ultimo problema posto da Ranucci riguarda la tempistica di intervento da parte dello stesso Lupi: se il fatto della bandiera del Coni ammainata allo stadio è avvenuto a settembre, perché prendere una posizione così netta solo oggi? “Infine – scrive infatti lo stesso Ranucci – sarebbe curioso conoscere il perchè della tempistica di questo intervento del delegato del Coni, visto che dall’evento in questione sono trascorsi diversi mesi”.