L’ex allenatore della Ternana ad Avvenire parla del suo modo di intendere il calcio e tira in ballo il “Maestro” di Castiglion Fiorentino. Ma non solo lui
Spegne il 28 febbraio 90 candeline Luis Vinicio da Belo Horizonte. Grande ex calciatore del passato ma anche allenatore di primissimo livello in Italia. Nella sua lunghissima carriera è passato anche da Terni, dove ha allenato i rossoverdi nella stagione 1970-71 in serie B.
Un nome che dice poco alle giovani generazioni ma che ha senza dubbio segnato invece un pezzo della storia del calcio italiano. Fu infatti fra i principali innovatori del modo di intendere questo sport in Italia. A lui il quotidiano Avvenire dedica una intervista, nella quale fra gli altri, cita anche Corrado Viciani (che prima e dopo di lui si è seduto sulla panchina rossoverde).
Fu lui a portare quel quel calcio totale misto a “futebol bailado” che mescolava la genialità olandese alla tecnica carioca. Dice in particolare:
“Quel tipo di calcio, che seguiva l’evoluzione tattica degli olandesi e non solo, agli inizi degli anni ’70 lo praticavano in tre, il sottoscritto, Viciani alla Ternana e Castagner al Perugia. Io lo trasmisi a quel Napoli che quando lo presi era un gruppo di indisciplinati, ma poi aiutato da capitan Juliano divenne una squadra unita e imbattibile. Marcatura a zona, ripartenze veloci e manovre spettacolari. Perdemmo lo scudetto per due punti ( Juventus 43, Napoli 41) ma quella formazione la considero un piccolo capolavoro”
Sugli allenatori di oggi invece dice: “Vedo tanti allenatori che si affannano sul “progetto” che poi vuol dire pensare prima di tutto ai soldi dell’ingaggio, e quelli rispetto ai miei tempi ne girano troppi e spesso rovinano anche il gioco. Mi piace Gasperini, perché ha avuto il coraggio di rimanere ad allenare in provincia e la sua mano nell’Atalanta si vede, una squadra che cerca sempre di fare un bel calcio”