Il difensore della Pro Vercelli dice la sua: “Una follia promuovere subito le prime 6 o 7 della serie C”. E sui giovani: “Giochino, ma se sono bravi”
Serie B a 40 squadre e riforma del calcio. ecco cose ne pensa il difensore Alberto Masi, ex della Ternana, ora in forza alla Pro Vercelli, pure lui in Lega Pro anche se in un altro girone rispetto a quello dei rossoverdi. Ha parlato dell’argomento in una intervista rilasciata al quotidiano vercellese La Sesia.
MEGLIO ANDARE IN B SUL CAMPO. Secondo Masi, la riforma della serie B a 40 squadre non è una strada ad oggi percorribile. “La Serie B a 40 squadre – ha detto Masi a La Sesia – ha pure degli aspetti positivi, ma a mio avviso non ha molto senso. Creare adesso un format di quel tipo vorrebbe dire promuovere le prime 6 o 7 di ogni girone. Una follia. Se, invece, si scegliessero i meriti sportivi, avrebbe maggior senso. In generale, però, non mi piace, anche se, magari, potrebbe portare benefici alla Pro Vercelli. Secondo me, nel calcio bisogna vincere sul campo, come è sempre stato“.
INCENTIVARE, MA NON PENALIZZARE. Masi, parlando delle riforme, fa riferimento anche all’aspetto della valorizzazione dei giovani. E su questo, lui preferirebbe che i meriti continuassero ad avere la precedenza sull’anagrafe: “I giovani non devono giocare per forza. Se un giovane è bravo, viene fuori lo stesso. Incentivare la valorizzazione dei giovani vuol dire penalizzare gli altri. Non solo: non è un principio formativo, se uno gioca solo perché è giovane e non perché è bravo. Rischia di sparire nel nulla solo con qualche anno di ritardo. Non lo dico perché ho 27 anni. Lo dico perché questa cosa l’ho sempre pensata. Anche quando ero io, un giovane“.