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Gli stranieri delle Fere – Van Gastel e quel rettangolo di campo

Agli albori del millennio giunse nella Conca il primo olandese della storia delle Fere. Dal curriculum grande quanto l’infortunio che si portava dietro

Quando Ernesto Bronzetti, consulente di mercato della Ternana nel 2001-02  regala a Bolchi il centrocampista olandese Jacobus Johannes Martinus Paulus Van Gastel l’eco della notizia è forte. Perchè la Ternana è in lotta per salvarsi in serie B e il giocatore in questione ha invece 5 presenze in nazionale e viene da 6 campionati da titolare nella Eredivisie olandese con la maglia del Feyenoord.

La “magistrale operazione di mercato”, come la definiscono i giornali di allora era stata resa possibile “grazie ai buoni rapporti fra Bronzetti e il tecnico del club di Rotterdam, l’ex milanista Frank Rijkaard”.  Ma allora perchè uno cosi, a soli 29 anni peraltro, viene alla Ternana? In quella stessa Ternana che aveva in squadra gente come Rizzo e Chigou?

Il motivo è molto semplice e Bolchi lo scopre ben presto: Van Gastel, in quell’anno non aveva ancora giocato, aveva una flebite alla gamba che si trascinava da mesi. Dalla quale, per inciso, non guarirà mai.

Il risultato è che il campo, Van Gastel lo vede poco o niente e quando lo vede, è sempre dalla stessa prospettiva:  il triangolo di campo nel quale si sistema. Fermo, quasi immobile, incapace di correre e di lasciare il segno. E dire che invece i mezzi tecnici li aveva eccome: a Terni è stato possibile però soltanto intuirli.

Dopo l’esordio (Modena-Ternana 2-0 del 10 febbraio), non giocherà mai più una partita intera. Si fa espellere alla seconda partita, poi metterà insieme altri cinque spezzoni, più altre sei panchine. Un totale di 7 presenze e zero gol. E un problema in più a fine stagione. A chi rifilare il pacco?

La Ternana l’acquirente lo trova pure: lo vuole il Como, ma appena arriva in riva al Lario, Van Gastel fa le bizze: vuole una villa sul lago una villa sul lago e una baby sitter per il figlio, benefits che la società lombarda non era in grado di garantirgli. Risultato? Si svincola dopo poche settimane e torna nei Paesi Bassi, al De Graafschap Doentichem, dove a fine stagione, dopo l’ennesimo campionato tormentato, chiude col calcio giocato ad appena 31 anni.

Successivamente diventa allenatore: comincia col Willem Tillburg, poi tre anni nelle giovanili del Feyenoord, sino a diventare vice di Giovanni Van Bronckhorst sulla panchina della prima squadra. Seguirà l’ex collega calciatore anche sulla panchina del Guangzhou, in Cina, prendendone poi il posto dopo le dimissioni. Tuttora si trova in Cina su quella panchina.

 

(foto di copertina Wouter Engler con licenza Creative Commons)

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