I rossoverdi ospiteranno il Cittadella, da anni punto di riferimento nella gestione del club e ottimizzazione dei risultati con risorse limitate. E Bandecchi prende spunto…
Sabato al Liberati, la Ternana si confronterà in campo con una realtà consolidata da anni nel panorama di Serie B, come il Cittadella. Il club della provincia padovana è alla sesta partecipazione consecutiva al campionato cadetto (tredicesima nelle ultime quattordici stagioni) e, pur disponendo di risorse economiche limitate ed un bacino di utenza ristretto (l’omonimo Comune conta meno di 20mila abitanti), ha sempre ottenuto risultati sportivi di tutto rispetto, arrivando anche a sfiorare più volte la Serie A negli ultimi anni.
SOCIETA’ VIRTUOSA. Al timone della squadra che si presenterà al Liberati non c’è più Venturato, il “Ferguson italiano” della B, ma la società ha deciso di proseguire sulla stessa strada, promuovendo il suo ex vice Edoardo Gorini. La filosofia del “Citta” è chiara: prendere calciatori da categorie inferiori e dal settore giovanile, per poi valorizzarli e cederli sul mercato a società più ricche e ambiziose. Oltre ad un ambiente pressoché privo di pressioni, dove questo processo di crescita viene sicuramente agevolato. Il tutto grazie al grande lavoro di programmazione della famiglia Gabrielli, proprietaria da sempre, e del direttore generale Stefano Marchetti.
MODELLO DA SEGUIRE. Per capire la portata del “miracolo” Cittadella, basti pensare che la squadra ha di gran lunga il monte ingaggi più basso di tutta la Serie B, e secondo i dati riportati dal sito specializzato transfermarkt.it, la rosa è la terzultima tra le cadette per valore economico, con soli 10,45 milioni di euro (quella Ternana, per esempio, è stimata in 15,54 milioni). Dal ‘Tombolato’ sono transitati calciatori del calibro di Kouamè, Meggiorini, Gabbiadini, Biraghi e Baselli, oltre agli ex rossoverdi Litteri, Busellato, Parodi e Piovaccari. Insomma, un modello di calcio da seguire, a cui lo stesso Bandecchi ha dichiarato in passato di ispirarsi.
