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Dalla lattina a quei due verdetti amari, quante volte Bari ha deciso la stagione della Ternana

Si torna in una città che più volte, in un passato anche recentissimo, ha scritto il destino finale degli obiettivi rossoverdi.

Bari-Ternana. Supersfida del girone C della serie C. Le due squadre al momento più forti, classifica alla mano, si trovano di fonte nel primo dei due scontri diretti stagionali tra loro. L’andata si gioca in Puglia, allo stadio San Nicola. Stavolta, almeno, siamo appena all‘undicesima giornata e qualunque risultato ne dovesse venire fuori non deciderà direttamente nulla, ai fini del piazzamento finale in campionato delle due contendenti. Ma tante volte, in passato, Bari ha segnato per la Ternana proprio la sentenza finale su una intera stagione. L’ultima volta, è successo appena pochi mesi fa. Tre i precedenti che hanno reso ai rossoverdi decisiva la trasferta in Puglia.

LA LATTINA CHE SALVA. Tutto è cominciato quando nel 1983-84, in serie C1 girone B, la Ternana subì a Bari una sconfitta per 1-0, nello stadio Della Vittoria. Era la terzultima giornata, ma del girone di andata. E allora, come ha fatto, quella partita, ad essere decisiva? Ecco la spiegazione. A segnare quella sfida fu un episodio, vale a dire una lattina di birra con parte del contenuto ancora al suo interno gettata dagli spalti dello stadio barese e che colpì alla testa il giocatore della Ternana Gabriele Ratti, (in una foto recente da Usinveruno.it) procurandogli una’escoriazione con contusione. Tale episodio portò la società rossoverde a preparare il ricorso per chiedere la non omologazione  del risultato sul campo e l’assegnazione della vittoria a tavolino, che allora era per 2-0. Il ricorso della Ternana calcio venne accolto e la vittoria assegnata ai rossoverdi comportò a fine campionato proprio i due punti in più con i quali la squadra scongiurò la retrocessione in serie C2, salvandosi.

“CAPOCOLLI” INDIGESTI. Nel 2002, all’ultima giornata di campionato, Bari-Ternana segnò per la squadra umbra la retrocessione dalla serie B alla serie C1. Era il 2 giugno e si giocò al San Nicola. I rossoverdi, a caccia di punti salvezza, trovarono di fonte un Bari ormai senza più obiettivi. Chi pensò che per le Fere, più motivate, fosse facile portare via almeno un punto, sbagliò. Il Bari, infatti, affrontò quella partita con la veemenza di chi doveva ancora giocarsi chissà cosa (se ne riparlò qualche tempo dopo con una nota storia di “capocolli, ma questo è un altro capitolo…). Bari in gol con Spinesi su punizione, appena dopo un episodio che portò all’espulsione del portiere della Ternana Marcon, mentre alla fine del primo tempo raddoppiò con Mazzarelli. Nella ripresa, si registrarono il rigore fallito da Miccoli per la Ternana e quello segnato da Adeshina a 90′ scaduto, per il gol rossoverde a quel punto inutile. Il 2-1 per il Bari condannò la Ternana alla retrocessione, anche in virtù dei risultati dagli altri campi. Retrocessione poi cancellata, con il ripescaggio arrivato in agosto.

DANNO E BEFFA. Il resto è storia recente. La storia del campionato 2019-2020, quando al San Nicola di Bari la Ternana si è trovata costretta a concludere lì il sogno della promozione in serie B. La squadra rossoverde, apparsa fin lì la più in forma dei playoff giocati post-covid, il 13 luglio 2020 affrontava proprio i pugliesi nella sfida secca dei quarti di finale. In quanti meglio classificati, ai biancorossi bastava il pareggio nei 90 minuti, per andare avanti. Pareggio è stato: 1-1 e Bari qualificato alle semifinali. Ma le recriminazioni rossoverdi sono tante. Bari in gol con rigore trasformato da Antenucci, dopo un penalty in precedenza negato ai rossoverdi. Inutile, nella ripresa, il pareggio agguantato da Vantaggiato. Pesano però, le decisioni dell’arbitro Marchetti di Ostia Lido, apparso un po’ troppo permissivo nei confronti dei falli commessi dai padroni di casa ed eccessivamente severo nello sventolare cartellini in faccia ai rossoverdi. La Ternana ha finito quella partita con due espulsi, vale a dire Palumbo e il tecnico Gallo, oltre che con gli infortuni di Defendi, Parodi, Celli e Ferrante. Questi ultimi due, tra l’altro, ancora ne portano addosso le conseguenze.

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