Giocatori fuori rosa o in fuga, contestazione e un patron con le valigie in mano: situazione complicata in casa dei prossimi avversari delle Fere
Come già all’andata, sarà un Bisceglie alle prese con diversi problemi quello che arriverà al Liberati. Allora c’era una società di fatto in vendita, col presidente Canonico che aveva annunciato il disimpegno a fine stagione e situazioni paradossali, come quelle di giocatori costretti a pagarsi persino il pranzo e fare le trasferte in auto.
Avevamo anche raccontato dell’uscita della parte biscegliese della società dalla dirigenza del club e ad un girone di ritorno la situazione è ancora calda, anche sul piano dell’organico. Il presidente Canonico avrebbe messo infatti fuori rosa Ebagua e Grillo: il condizionale è dato dal fatto che come riferiscono colleghi da Bisceglie, al momento non c’è alcuna comunicazione ufficiale del club, così come non c’è alcuna notizia ufficiale in merito al fatto che lo sloveno Urban Zibert avrebbe lasciato il club salentino.
Il pubblico locale, che sta disertando le sfide, ha in animo di inscenare una contestazione sia contro la società sia contro un gruppo non ritenuto all’altezza del campionato.
CANONICO VERSO IL TARANTO?. A rendere tutto questo ancora più caotico c’è un’altra insistente voce: il patron biscegliese, ex consigliere regionale in quota Udeur e titolare di una impresa di costruzioni, sarebbe intenzionato a tentare di nuovo la scalata al Taranto: ci provò senza esito nel 2015, ora tornerebbe alla carica.
La vicenda è legata a doppio filo all’appalto relativo alla costruzione del nuovo ospedale della città jonica: il consorzio di imprese di cui fa parte (il cui capofila è il presidente regionale di Confindustria, Domenico De Bartolomeo) si era aggiudicata l’appalto ma il Tar a seguito di ricorsi ha annullato l’asta, rimettendo tutto nelle mani di Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa di proprietà del ministero dell’Economia
A Bisceglie hanno le orecchie tese, anche per capire cosa ne sarà della società se l’operazione andasse in porto. Di certo, le sue ultime dichiarazioni non lasciano trapelare nulla di buono: “Dopo dieci anni sono arrivato ad un punto di non ritorno, privato degli stimoli. Nel calcio non esiste la riconoscenza. Per me è una certezza: dopo aver vinto tanto, aver fatto divertire i sostenitori del Bisceglie, il pubblico si è dimenticato tutto al cospetto di un’annata iniziata male. Da ottobre ho annunciato il mio disimpegno, mi sono messo da parte, ho provato attivamente a cedere il titolo, non ho più stimoli per continuare”.
Foto di Sara Angiolino
Vero
Comunque è. Sempre colpa della LEGA PRO il Bisceglie doveva essere escluso dal campionato……non è stato fatto ed ora siamo a questo punto…..
Che brutta fine il calcio italiano…..una volta queste cose succedevano a livelli molto più bassi…e chi si comporta correttamente viene sempre penalizzato