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Ternana, l’ex ds Galigani e quel consiglio al presidente Bandecchi

L’artefice della promozione in B sotto l’era Clagluna è intervenuto ai microfoni di Radio Fere, in diretta Facebook per parlare anche della situazione rossoverde

Vittorio Galigani, direttore sportivo della Ternana che sotto la guida di Roberto Clagluna conquistò la serie B ad inizio anni 90, è intervenuto nella serata di giovedì a Radio Fere, la diretta facebook a cura di Fabrizio Tacconelli, storico tifoso rossoverde. Si è parlato, fra i tanti temi anche della stagione della Ternana

CONSIGLIO. Alla sollecitazione relativa alla presenza del patron Stefano Bandecchi in panchina in questo ultimo periodo, Galigani risponde con un monito: “Voglio dire a Bandecchi è inutile che vada in panchina, ognuno avere i suoi ruoli. Se un allenatore per esempio deve dire una certa cosa, magari un rimprovero ad un giocatore ed il presidente la sente, non è una bella cosa”

NECESSITA’ “Il patron deve fare il patron – prosegue Galigani – quindi serve che la società si strutturi per bene. Deve mettere gente preparata in ogni settore, per esempio cominciando da un direttore generale, poi fare un budget a priori. Va deciso prima quanto si spende non in corsa. E l’allenatore certo che deve dare un orientamento sui giocatori, a seconda del modulo, ma non può essere il solo a fare le scelte”. Il riferimento alla vicenda De Canio è chiara: “Prendiamo la vicenda Vives: De Canio se l’è portato dovunque e poi si scopre che non stava bene, questo può essere un episodio che fa calare la fiducia”.

Parla poi del rendimento della squadra: “Credo che al di là della partenza in ritardo che sicuramente ha anche inciso – spiega –  forse ha pagato anche un po la carta di identità di qualcuno, penso a Vantaggiato: ha segnato dovunque ma credo pesi anche l’età. Sono cambiati tre allenatori, qualche scelta è stata rivedibile, per esempio quella di Boateng, costato molto e che non ha inciso: un’insieme di componenti che sicuramente ha portato a tutto questo.  L’arrivo di gallo ha dato identità diversa, un gioco migliore ma i risultati alla fine sono stati quelli che sono stati”

TIFOSI. Sui rapporti coi tifosi, dice invece: “Vanno curati bene perchè al tifoso non importa quanto spende la società per pagare gli stipendi, paga il biglietto e vuole vedere vincere sempre. Se ti presenti dicendo di voler andare in serie A in tre anni e alla fine non retrocedi solo perchè il campionato è mediocre, per forza poi il tifo si divide”.

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