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Gli stranieri delle Fere – Winkler e gli altri: quelle panchine lungo il Danubio

La panchina della Ternana? Agli albori passava anche sulle rive del Danubio. Storie di tecnici d’antan e di un calcio che non c’è più

La storia della Ternana segnala  sei allenatori stranieri. Il più famoso -e l’unico tuttora vivente – è  Luis Vinicio, brasiliano che dopo una fortunata carriera da calciatore in serie A, a Terni venne nel 1970 in una delle prime esperienze da tecnico.

Ma i nomi più suggestivi  e meno noti sono quelli degli albori: quattro ungheresi ed un austriaco, prima ancora che nascessero i miti di queste due nazionali danubiane, destinate ad essere grandi protagoniste nel secondo dopoguerra. Ma in questo caso siamo appena dopo la prima, di guerra. La Ternana è appena nata e si chiama US Terni. Il primo ad arrivare è Robert Winkler. Classe 1900, arriva a Terni a soli 26 anni in un inedito doppio ruolo di allenatore-giocatore.

Centrocampista, ma all’occorrenza anche portiere, in realtà Winkler, che – complice l’avvio della stagione a dicembre 1926, nel giorno di Santo Stefano –  arriva a Terni dal Livorno, dove solo poco prima aveva concluso un torneo, sarà quasi esclusivamente allenatore, fra il 1926 ed il 1928. In campo ci andrà  pochissimo solo in amichevole. Nel 1927, giocherà terzino contro l’Anconitana (2-1), poi a centrocampo contro il Cagliari (3-3), nella prima delle due gare in terra sarda e subentrò nella seconda a Iglesias, contro il Monteponi (4-5).

L’anno dopo, ancora nella tournée sarda, giocherà tutte e tre le partite al posto del portiere Amleto Cari, che si infortunerà in allenamento contro Monteponi, Carloforte e Cagliari. Poi ancora in Aprile, sempre in porta, nel ritorno contro i minatori del Monteponi. In panchina, passerà alla storia per la prima vittoria di un campionato da parte delle Fere. Il magiaro lascerà Terni  per tornarvi nella stagione 1932-33: il nome era Terni FBC, i colori rossoverdi, il campionato era lo stesso che aveva lasciato, a fine stagione  (7.posto). passerà al Cagliari.

Stagione 1929-30. La Ternana è in 1.Divisione girone B e latita nei bassifondi. La società esonera Aurelio Lommi dopo appena 5 partite e affida la squadra Karl Harmer, ex nazionale austriaco e già giocatore del Rapid Vienna. Amante della buona cucina ternana, Harmer condurrà la squadra in salvo senza troppo soffrire.

Alla vigilia del campionato di Prima Divisione Lazio 1937-38, la Ternana ingaggia un altro ungherese, Ferenc Plemich, lunga carriera in Italia sia da calciatore che da tecnico, ma l’operazione non si concretizza e così viene chiamato “l’ingegner” Bela Karoly (da non confondere con l’omonimo tecnico – rumeno – di ginnastica artistica che costruirà il mito Nadia Comaneci). Ex giocatore del Milan, a Terni vince una coppa Italia centrale e chiude secondo portando la squadra in C, guadagnandosi la conferma per la stagione successiva, chiudendo terzo.

Il secondo campionato dopo la guerra vede in panchina ancora un magiaro, Eugenio Takacs,  al quale la nuova dirigenza della Ternana, nell’immediato dopoguerra (1946-47) affida le chiavi della squadra promossa in B per meriti sportivi: l’obiettivo è quello di tentare la scalata alla serie A ma il cammino si rivela più complicato del previsto e il magiaro viene esonerato dopo 13 partite: i rossoverdi , affidati poi a Pagnrazi chiudono secondi a -3 dalla Salernitana.

Il più famoso di tutti è senz’altro Janos Nehadoma. Di stanza a Pistoia, fuggì negli Usa per sfuggire alle leggi razziali contro gli stranieri e vi tornò negli anni 30, diventando cittadino italiano in cambio dell’italianizzazione del nome (Giovanni Necadoma). Dopo una lunghissima carriera da calciatore, gran parte passata in Toscana, inizia ad allenare. Alla Ternana arriva nella stagione 1954-55, dopo che la società non è riuscita ad ingaggiare il connazionale Ferenc Hirzer, già capitano della nazionale magiara. Nehadoma sceglie Terni nel tentativo di rilanciare una carriera da tecnico non brillante ma l’operazione non riesce: chiude il campionato a metà classifica e non viene poi riconfermato.

 

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