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Gli stranieri delle Fere – “Er Moviola” Sissoko, rossoverde per mezzora

Arrivato sull’onda di una carriera importante, deluse quasi subito e si ribellò alle scelte tecniche rescindendo il contratto

Io, Ledesma e gli altri che hanno giocato in A dobbiamo dare l’esempio e mettere a disposizione dei giovani la nostra esperienza”. Quando Mohamed “Momo” Sissoko pronuncia queste parole nel giorno della sua presentazione in rossoverde al fianco del ds Danilo Pagni, sono in tanti a credere che in quella stagione disgraziata fosse almeno arrivato qualosa di buono. E’ il 20 febbraio 2017, la Ternana è ultima in classifica e quel 35 che mostra con orgoglio ai fotografi – purtroppo per i rossoverdi- non sarà soltanto il suo numero di maglia.

Sissoko arriva a Terni, al tramonto della gestione Gautieri, reduce da un periodo gramo ma del resto, se uno col suo curriculum scende in serie B, per giunta con l’ultima in classifica un motivo ci deve pur essere. Il suo è – o meglio avrebbe dovuto essere il riscatto – Ha 32 anni e Terni è la sua piazza di rilancio perchè dopo aver giocato poco al Levante, la seconda squadra di Valencia, aveva scelto di tentare la strada dell’est, prima allo Shangai e poi al Pune, la più grande squadra della ricchissima serie A indiana.

Il suo palmares però dice ben altro: una Liga, una Premier, una Coppa Uefa, due Supercoppe, una Coppa di Francia, una Community Shields. Liverpool, Paris Saint Germain, Valencia, cinque stagioni in serie A con Juventus e Fiorentina: 34 presenze con la nazionale del Mali, persino l’Olimpiade del 2004: ” Non ho mai fatto la serie B, ma non è un problema. Sono convinto che se lavoriamo e facciamo le cose bene possiamo salvarci. Sono a disposizione dell’allenatore che poi deciderà: io sto bene”, dice. Insomma- pensano stampa e tifosi-  vuoi che uno con queste motivazioni non faccia la differenza?

In effetti Sissoko farà la differenza. Ma al contrario. Non gioca da due mesi, l’ultima volta l’aveva fatto il 2 dicembre 2016, contro l’Atletico de Kolkata e in campo Gautieri lo vede: il giocatore paga la stazza e fa molta fatica. Salta la prima gara col Bari perchè dall’India non arriva il transfer, nella seconda, il 25 febbraio, al Liberati contro il Latina, Gautieri lo lascia in panchina.

Il suo turno arriva al Bentegodi col Verona, quando Gautieri lo manda in campo al 10′ della ripresa. In Francia lo chiamavano la “piovra nera” ma ai tifosi rossoverdi con qualche anno in più, Sissoko ricorda piuttosto  “Er Moviola”, soprannome che i tifosi della Roma assegnarono al brasiliano Andrade negli anni 80, per meglio indicare la velocità – si fa per dire -con la quale si muoveva in campo.  Sissoko è lento  e goffo, costretto a falli di frustrazione per non farsi superare.

Nella successiva partita, quella che sarà l’ultima della sua gestione, il match interno con la Pro Vercelli, Gautieri lo lascia di nuovo in panchina. Liverani, che prende il suo posto, non può che rendersi conto della stessa cosa e contro il Trapani per il suo esordio gli comunica che sarebbe andato in panchina. Sissoko la prende bene: rescinde il contratto, sale su un aereo e lascia l’Italia.

Mentre la Ternana con Liverani centrerà una miracolosa salvezza, Sissoko imbocca il “Sunset Boulevard”, dal quale non uscirà più: finirà prima nel campionato indonesiano (al Mitra Kukar), poi in quello messicano (all’Atletico San Luis, dove giocherà 6 partite in 6 mesi), infine in quello di Hong Kong (3 partite in tre mesi col Kitchee FC), prima di chiudere in Francia al Sochaux, rischiando persino la retrocessione in C.

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