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Avvenne oggi – 2 giugno 2002: la Ternana e il giorno dei “capocolli”

Quel pomeriggio al San Nicola di Bari, si consuma la retrocessione più assurda della storia. Per colpa di sei “capocolli” davvero indigesti

Stadio San Nicola di Bari, 2 Giugno 2002. Va in scena Bari-Ternana, una partita che a tanti sembra già scritta. Il Bari infatti, non ha più nulla da chiedere al campionato, mentre la Ternana è lì a giocarsi la salvezza. Deve vincere. Potrebbe bastare anche un punto, ma visto che il Messina, diretta concorrente è un punto sotto, meglio non rischiare. Anche perchè i siciliani, sul campo dell’ultima in classifica e già retrocessa Crotone, potrebbe spuntarla (così sarà con vittoria 1-2 dei giallorossi). Niente di più facile contro un avversario ormai in vacanza, pensano i rossoverdi.

Ed invece con enorme sorpresa, Ezio Brevi e compagni si ritrovano in campo un Bari spavaldo, che affronta quella partita con una veemenza inspiegabile, come se dovesse ancora giocarsi chissà cosa. Tanto basta per far generare il nervosismo nei rossoverdi. Va in gol Spinesi, su punizione, appena dopo un episodio che porta all’espulsione del portiere rossoverde Marcon: è il 45′ del primo tempo e Mareggini, appena entrato, prende subito il 2-0 segnato da Mazzarelli.

La Ternana nella ripresa sbaglia un rigore con Miccoli, Adeshina ne segna un altro al 90′: finisce 2-1 ed è il dramma sportivo. La Ternana è retrocessa in C1 per via dei risultati degli altri campi, nonostante un girone di ritorno condotto da “Maciste” Bolchi (subentrato alla fine dell’andata) a ritmi da promozione (30 punti su 45 complessivi). Retrocessione poi cancellata, con il ripescaggio arrivato in agosto a seguito del fallimento della Fiorentina.

Il viaggio dei capocolli

Quella partita, rimasta a lungo indigesta ai tifosi rossoverdi, assume tuttavia contorni più chiari tre anni più tardi. Nell’ambito di una inchiesta di mafia infatti, il pm di Catanzaro Nicola Gratteri contesta all’allora attaccante del Crotone Giuseppe Sculli, nipote del boss della ‘ndrangheta calabrese Giuseppe Morabito, detto ‘Tiradritto’, padre della madre, anche il tentativo di combine di alcune partite.

Fra queste proprio Crotone-Messina e Bari-Ternana. In una intercettazione si sente la fidanzata di Sculli chiamare l’attaccante sul cellulare: ”Perché l’hai battuta tu la punizione? La prima punizione della tua vita, voleva battere l’altro…’‘. La spiegazione di Sculli è la seguente: ”Eh sì amore, perché c’era un ‘ventello’. Se batteva l’altro faceva gol amore e io perdevo… i venti… il ventello amore. Ti compro un bel telefonino”.

Questa chiacchierata tra Giuseppe Sculli e la fidanzata avviene due ore dopo Crotone-Messina in cui l’attaccante segna un gol. In una seconda intercettazione si sente invece il cugino Rocco a dire Sculli: ”Ma i ‘capicolli’ li hanno portati?”. Sculli risponde: ”Minchia se li hanno portati. Ne hanno portati quattro qua e sei glieli hanno dati a Bari e hanno affondato la Ternana”. Per la procura non si tratta dei prelibati salumi calabresi, ma di soldi sonanti o regali di valore. Secondo i carabinieri, Sculli è il protagonista della combine. Verrà poi squalificato per 8 mesi, per la gara di Crotone. La Procura aveva chiesto 3 anni e 6 mesi, ma l’illecito l’illecito sportivo non viene  provato e dunque a Sculli vengono contestate la violazione dei doveri di lealtà e probità sportiva e l’omessa denuncia.

 

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