Precisazioni pubblicate dal quotidiano Il Messaggero in risposta a quanto afferma l’avvocato del comitato ricorrente.
Il progetto di Ternanello non è impattante, avrà luci solo direzionali e senza dispersione, la variante serviva solo a velocizzare la possibilità di fare i lavori e non ad avere più cubature. Sul quotidiano Il Messaggero, inserto dell’Umbria, arrivano precisazioni dalla Ternana, per bocca dell’incaricato del progetto Sergio Anibaldi, dopo quanto affermato sulle colonne dello stesso quotidiano dal legale del cittadini che hanno presentato il ricorso al Tar nei confronti della variante urbanistica per realizzare il centro sportivo a Villa Palma.
LA RISPOSTA. Sostanzialmente, ecco riassunti i punti riportati dal Messaggero sulla questione. Innanzitutto, la variante era stata chiesta per permettere alla Ternana di cominciare prima possibile i lavori, stralciandoli dagli interventi nelle aree edificabili circostanti, ai quali senza quella variante sarebbero subordinati. Vale a dire che, senza la variante approvata, sull’area resterebbe comunque una destinazione d’uso sportivo e un altro soggetto arriverà in futuro a realizzare comunque lì altri progetti che prevedono cubature maggiori di Ternanello. Inoltre, la Ternana non ha chiesto alcun aumento di volumetrie. Nessun impatto anche sul traffico. Dice Anibaldi: “La nostra proposta peserebbe molto meno pure sulla viabilità, in quanto accederebbero al centro sportivo solo giocatori e tecnici, non il pubblico. E l’ingresso sarebbe opposto alle case“. Precisazioni e risposte anche sul nodo dell’illuminazione: “C’è la legge regionale 20 del 28 febbraio 2005 che limita l’inquinamento luminoso e la rispettiamo in pieno. Il Liberati è a 1.200 lux. Il centro sportivo sarebbe a 156. Gli allenamenti avverrebbero solo di giorno. Può succedere che in inverno, con meno luce, si possa dover accendere, ma per un’ora o due. Poi si spegnerebbe tutto“.
