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Orazi e una Ternana che poteva avere miglior sorte

Il tecnico spoletino subentrò nel ’90 e partì fortissimo battendo anche il ‘suo’ Perugia, poi pian piano la sua squadra arretrò. Ma era bravo e lo avrebbe dimostrato a Palermo

L’aveva chiamato Gaspare Gambino per cercare di risollevare la squadra che militava nel campionato di Serie C1 stagione 1990-91. A dire la verità la Ternana era partita con la guida di Claudio Tobia e per le prime sette giornate i rossoverdi avevano fatto una discreta figura. All’ottava però, nella trasferta di Nola rimediò ben cinque pallini. A zero.

Il presidente Gambino non ebbe esitazioni e chiamò al capezzale della squadra Angelo Orazi, uno spoletino con alle spalle una buona carriera come calciatore e che si stava imponendo anche in quella di allenatore. Nell’anno precedente era stato a Pozzuoli, alla guida della Puteolana con la quale ben figurò. Arrivò in maniera defilata, come suo costume, e la sua squadra, che aveva rivoluzionato rispetto alle impostazioni di Tobia, vinse tre partite in fila, tra cui il derby casalingo col Perugia dopo una gara appassionante che lui aveva impostato alla grande. Lui che da spoletino un po’ di tifo per i  biancorossi lo doveva aver fatto in gioventù.

La squadra poi si assestò e comunque l’ottavo posto finale poteva già considerarsi un buon risultato: l’avesse ottenuto adesso avrebbe partecipato di sicuro agli spareggi dei playoff. Non legò moltissimo coi tifosi consci, probabilmente, della sua origine perugina. Come sia, il 9 giugno guidò la Ternana per l’ultima volta in una gara casalinga che i rossoverdi persero per 6-1 contro la Casertana, la peggiore sconfitta mai subita in casa dai rossoverdi. Che Orazi fosse un bravo allenatore lo dimostrò due anni dopo, quando alla guida del Palermo riuscì a vincere il campionato di Serie C1, quello che non era riuscito a fare a Terni. Ma forse era solo una questione di consistenza dell’organico.

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