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La Ternana e l’ascesa di Primo Germano

Il portiere di lungo corso fu grande e costante protagonista della scalata rossoverde dalla D alla B

Dalla Serie D alla B: come escalation Primo Germano, di professione portiere, non si può lamentare davvero! Sempre con la Ternana, sempre a difendere la porta dei rossoverdi. Per il portiere che si presentava con una sobria divisa nera, nerissima, senza indulgere in colori alla moda, è stata una grande soddisfazione: duecentotrentaquattro partite una dietro l’altra con pochissime assenze, sempre correttissimo. Lui era destinato ad un calcio più di livello dopo la gavetta nelle giovanili del Milan.

La società rossonera non gli dette un briciolo di fiducia e così se ne andò in una squadra dell’hinterland milanese, il Vigevano, per un campionato di Quarta Serie. Giocò molto bene, al punto che se ne interessò l’Anconitana, in serie C. Tre anni coi dorici e la conferma che quanto meno Primo Germano poteva essere di categoria. Sì, ma quale? La Ternana, intanto cercava di risalire dall’inferno della Serie D, nel quale ogni tanto cadeva, e si affidò a quel giovanottone friulano, è nato a Pozzolo del Friuli, di poche parole e di tanti fatti. Non assumeva mai un atteggiamento plateale e si limitava all’essenziale, in questo imitando, con le dovute differenze, il grande Dino Zoff, suo estimatore e paesano.

Nel precampionato si alternò con Roberto Cruciani, prendendo la titolarità dalla prima partita. La squadr, allenata da Riccardo Carapellese era fatta per vincere: i punti di forza erano Bonassin, Franco Nicolini, Furio Menciotti e Corrado Perli. I rossoverdi alla fine vinsero alla grande, spinta di gol di Tonini (venti) ma anche dalle parate di Germano, in un campionato che lo vide sempre in campo. Non fu facile dal momento che la Ternana sopravanzò di un solo punto la Fermana e di tre la Jesina: con soli ventidue gol al passivo, Primo si confermò il miglior portiere del campionato.

E così tornò anche in Serie C. Il presidente Franco Nicolini se lo tenne stretto, nonostante le molte richieste. I successivi tre tornei di Terza Serie videro la Ternana ai vertici delle classifiche senza però riuscire a fare il grande salto. Che riuscì nel 1968: era già l’era di Corrado Viciani e i rossoverdi si imposero per un solo punto con la grande competitor di quell’anno, la Casertana. Il contributo di Primo Germano? Subì solo quattordici gol! Un record, certo merito della difesa tutta, ma di sicuro le sue mani furono determinanti. E così pian piano, quello che sembrava un portiere da serie inferiori, era riuscito a salire in Serie B.

Ci giocò benissimo altri due anni, sino a quando la società decise di affidarsi a qualcuno più giovane, quel Geromel che all’anagrafe scontava ben dieci anni di meno. I rimpianti quando se ne andò, sempre da signore, senza polemiche, furono tanti: seguì anche nel campo i successi della “sua” Ternana, che guardava anche da Vasto, dove era andato a giocare, sempre in Serie C.  C’è chi lo ricorda a Terni il giorno della conquista del campionato cadetto e della promozione nella massima serie. Poi andò in Campania, tornando in Serie D nel 1971-72. “Con le vespe di Castellammare di Stabia chiuse la carriera nel 1974 dopo aver conquistato una promozione in Serie C nella stagione 1971-1972. Nel 2007, in occasione dei 100 anni di storia della Juve Stabia, venne nominato dalla rivista Stabialè il secondo portiere nella storia delle vespe stabiesi”.

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2 anni fa

Grande Germano lo ricordo al vecchio stadio

Simone
Simone
2 anni fa

Che personaggio!

Laura
Laura
2 anni fa

Che bei tempi, altro che gli scemi di oggi, tatuati,presuntuosi,arroganti,e senza palle però stan tutti sui social.
Abbassare gli ingaggi e pagarli per raggiungimento obbiettivi societari.

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