Storia di un terzino che in rossoverde ha lasciato il segno per poi farsi apprezzare anche a Lecce restando sempre legato alla tifoseria umbra
Il suo ruolo era quello di terzino sinistro. Simone Altobelli era molto forte fisicamente ma anche dotato di un’ottima tecnica, e si espresse al meglio proprio nella Ternana dove era cresciuto nelle giovanili. I primi calci, a dire la verità, li aveva tirati all’Almas Roma, nella capitale dove era nato nel 1970. Ma lo scouting della Ternana, che all’epoca militava in serie C, lo segnalò per un acquisto molto avveduto: la società, vincendo anche una forte concorrenza della Roma, riuscì a portarlo in riva al Nera.
Due campionati, anche se con un solo gol, bastarono a farsi apprezzare e volare addirittura in serie A, al Lecce, dove giocò titolare. Era molto bravo Simone Altobelli, ma si fece pure apprezzare per la sua serietà. A Terni aveva fatto gruppo con Cipelli, il secondo portiere di quella gestione del presidente Gambino, e con Taccola, che era un centrale giramondo: i tre, che vivevano da ragazzi nelle foresterie della società, tennero un comportamento esemplare, sempre lontani dalle tentazioni e da una vita poco professionale, comportamento che venne ripagato.
A Lecce Altobelli espresse la sua migliore concezione di calcio, venendo impiegato dagli allenatori in diversi ruoli della difesa, che riusciva a coprire in maniera eccellente. Coi salentini ebbe l’onere di due retrocessioni ma anche l’onore di vincere un campionato di serie B e ritornare da protagonista nella massima serie. Il fatto che dopo aver girovagato per l’Italia passando a Modena, Ancona e Palermo, rientrando poi a Roma, abbia mantenuto abbastanza stretti i contatti coi tifosi rossoverdi, la dice lunga.
A Terni c’è stato un profondo affetto per Simone Altobelli, peraltro ben ricambiato. Partecipò alla spedizione dei Giochi del Mediterraneo del 1993 in Francia e fu titolare in tutte le partite in una squadra che aveva anche Toldo, Vieri, Panucci. E Simone Altobelli non sfigurò per niente.