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La Ternana di Gelfusa: chi troppo in alto sale…

La controversa vicenda del presidente ciociaro che nel ’92 dopo la promozione in B fece il passo più lungo della gamba

L’intreccio tra politica e pallone è sempre di moda e si sviluppa soprattutto quando le squadre cittadine vanno in difficoltà. E la Ternana nel 1992, lo era davvero, quando il presidente Gaspare Gambino aveva gettato la spugna dopo un paio d’anni di gestione. Di trovare un nuovo presidente si incaricò Enrico Micheli, uomo politico ternano, poi sottosegretario a Palazzo Chigi di Romano Prodi e successivamente deputato per il centrosinistra. Ma in quel momento era al vertice dell’Iri, la conglomerata industriale dello Stato.

Sarà stato un caso ma in molti dei palazzi e siti produttivi dell’Iri faceva le pulizie una ditta proveniente dalla Ciociaria, guidata da un industriale un po’ ruspante, con la sigaretta perennemente in bocca: Rinaldo Gelfusa. La storia non racconta tutto e subentra la leggenda che vede Micheli mettere nelle mani di Gelfusa il “dossier Ternana”. E il ciociaro accettò! Si mise al lavoro, ingaggiò Roberto Clagluna come allenatore di buona fama e la sua squadra, precipitata nell’anonimato della Serie C, tornò a galla conquistando la promozione. La squadra aveva fatto soffrire i tifosi non tanto per i risultati, che furono continui ed apprezzati, quanto per il gioco: la Ternana, tranne due volte, vinse con il punteggio di 1-0, con un gol conquistato spesso nel secondo tempo.

Come sia, la Ternana approdò tra i cadetti. Gelfusa, preso dall’entusiasmo, affermò categoricamente che avrebbe allestito uno squadrone per salire ancora. E i nomi che propose furono tutti di grande livello: Sandro Tovalieri dall’Ancona, Pietro Maiellaro dalla Fiorentina, Luca Evangelisti dal Bologna, Francesco Fiori dall’Alessandria, Giuseppe Taglialatela dal Napoli, tutta gente che  giocava stabilmente in Serie A. Le presentazioni dei giocatori avvolti nelle sciarpe rossoverdi, furono degne di una piazza più importante. I tifosi erano in sollucchero alla prospettiva di un altro campionato di vertice.

Intanto all’interno della sede della Ternana, di nascosto da tutti,  si consumava il dramma: Gelfusa non aveva i dieci miliardi di lire per coprire i contratti. Chiese alle banche, che guardando i conti fecero orecchie da mercante; sperava anche negli abbonamenti ma fu un flop. E dire che gli bastava anche una sola fidejussione di sei miliardi di lire. I tifosi avevano capito l’andazzo e si allontanarono: le partite in casa dei rossoverdi erano viste soprattutto dai tifosi ospiti. I giocatori acquistati qualche settimana prima tornarono alle loro società di appartenenza. Gelfusa fece un ultimo annuncio prima di sparire: “Nel mercato autunnale ci saranno nuovi acquisti”. Ma così non fu e solo l’accortezza del Comune di Terni evitò che la squadra si ritirasse durante il torneo, ma naturalmente arrivò ultima e retrocesse. Rinaldo Gelfusa sparì dai radar ternani per rientrare nella sua Ciociaria.

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2 anni fa

Giampaolo Lu Cannonico

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