Nostra intervista all’esperto tecnico, che oggi è il vice di Migliorini con le ragazze ed addetto all’arbitro con il team di Lucarelli: “Che incontro con Buffon…”
Una vita nel calcio. Tantissime formazioni dilettantistiche allenate nel corso degli anni ma anche una lunga esperienza nel settore giovanile. Silvano Sini oggi è una sorta di uomo tuttofare nella Ternana. Sempre disponibile e cordiale con tutti, classe 1956, ormai da diverso tempo ha messo a disposizione la sua esperienza per i rossoverdi. Arrivato per far crescere il settore giovanile, oggi si divide fra le due prime squadre, maschile e femminile.
“Che ruolo ho io nella Ternana? Bella domanda, ne faccio tante. Diciamo che nel femminile sono il vice di Marco Migliorini da gennaio dello scorso anno. In prima squadra con i maschi sono ufficialmente l’addetto all’arbitro. Ma ho fatto e faccio tante altre cose”, scherza.
Un movimento che cresce
L’avventura alla Ternana Women per Sini è stata una sfida vinta: “Con Marco Migliorini ci siamo ritrovati: è stato un mio giocatore quando allenavo l’Amc 98 – dice – Lo conosco come ragazzo ed è alle prime armi come tecnico, così mi sono messo a sua disposizione. Sono entrato in punta di piedi, perchè lo conosco meno, però devo dire che è molto bello. E’ stato un piacevole immergersi in aspetti come la tecnica, l’addestramento, il fatto di far crescere queste ragazze. Certamente ci sono dinamiche diverse. ma la cosa che mi piace di più è c’è maggior moralità rispetto a quello maschile, che vivono questa attività in modo sereno e sportivo, anche fra avversarie. Questo da un punto di vista culturale è molto positivo”.
La Ternana ha avuto il merito di riaccendere i riflettori su un movimento, quello femminile, che sta vivendo in questi anni il massimo fulgore: “Qui una squadra mancava da oltre dieci anni, dai tempi della Virtus – ricorda Sini – Adesso è un momento importante per il calcio femminile, anche grazie alle imprese della Nazionale. La prima squadra fa un campionato importante e questo aiuta, ora c’è da far crescere il settore giovanile”.
La prima squadra maschile
Molto diversa ovviamente, l’esperienza con la prima squadra, che lo vede in un ruolo altrettanto delicato: “Ho preso indegnamente in mano il ruolo che era di Angelo Angelelli, che è stato un arbitro di serie A. Ho cominciato durante l’era De Canio, sostituendolo per un periodo poi la cosa è diventata definitiva, è una esperienza molto interessante e mi permette sicuramente di vivere da vicino la realtà della prima squadra. Sto molto a contatto col team manager ed i giocatori: è un ambiente sereno, un gruppo che va d’accordo, che ti mette a tuo agio”.
Tra gli ‘incontri’ di questa stagione quello con Buffon, portiere del Parma, visto al Liberati nel match contro i Ducali: “Mi ha colpito soprattutto lo spessore umano, il suo stile. Prima di tutto l’educazione: salutava chiunque gli si trovasse di fronte (fatto testimoniato nel dopogara, quando si fermò a firmare autografi nonostante il ko ndr). Ma anche il rapporto che ha creato con i giocatori della sua squadra e l’accoglienza per esempio, che ha riservato ai nostri due portieri (a Iannarilli regalò anche la maglia ndr). E ovviamente il fatto che abbia accettato di scendere in serie B, che non è scontato per un campione del suo calibro”.
Panchina e società
Una serie di impegni che non gli fanno sentire la mancanza della panchina: “In realtà un po’ mi manca si – dice- però alla fine resto un uomo di campo, dò una mano dove serve. Anche lo scorso anno col settore giovanile sono stato coinvolto come maestro di tecnica, curando la tecnica individuale. Poi devo dire che sono davvero orgoglioso ed onorato di far parte di questa società che ha un’organizzazione di prim’ordine. Inoltre, il presidente Bandecchi ha unito l’aspetto sportivo a quello sociale e questo è importante tanto quanto il campo”.
