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La Ternana di ‘Mondino’ Fabbri e il fantasma della Corea

Chiamato da Tiberi a salvare i rossoverdi, l’ex Ct fece anche di più ma poi non riuscì a legare con l’ambiente a causa del ‘marchio’ con la Nazionale del ’66

Quando venne annunciato l’arrivo di Edmondo Fabbri, per tutti “Mondino”, sulla panchina della Ternana in sostituzione di Ezio Galbiati, la “piazza” reagì in maniera divisa. C’era chi i ricordava la quattro promozioni di fila col Mantova solo qualche anno prima ma anche la disfatta contro la Corea del Nord ai mondiali inglesi del 1966. Personaggio complesso, quindi, che sbarcò a Terni per volere del presidente Gianfranco Tiberi che voleva rinsaldare la posizione di serie B e magari ritentare la scalata nella massima serie.

La permanenza in categoria sembrava compromessa dopo un decina di giornate. Il tecnico Galbiati lasciò la squadra penultima. A novembre arrivò Fabbri: nonostante dopo i Mondiali si fosse, e di molto, incupito, Mondino sapeva di calcio e riportò la squadra ai vertici, anche se alla fine vi fu un calo. Ma aveva fatto vedere un bellissimo gioco. Ottenne la riconferma per l’anno successivo, era il 1976. La squadra però gli era sfuggita di mano e non ottenne niente di esaltante anzi, il continuo scendere in classifica spinse la dirigenza guidata da Tiberi a chiamare Cesare Maldini, che allenò per sole dodici giornate facendo capire, alla venticinquesima, che non sarebbe andato da nessuna parte.

Anche in quel caso, esonero e richiamo di Omero Andreani, che era la toppa per qualsiasi buco. Mondino Fabbri non lasciò, per la verità, un gran ricordo, non legò con la tifoseria e se ne andò senza un rimpianto. Da ambo le parti. La sua carriera era stata segnata da quella sconfitta immeritata contro quei giocatori coreani (del Nord), che qualcuno aveva definito dei Ridolini. La sua sconfitta fu causata dall’infortunio di Giacomo Bulgarelli, il faro del centrocampo: all’epoca non c’erano sostituzioni e la Nazionale giocò, bene, in dieci.

La palla non volle entrare mentre sull’unico tiro dei coreani ci fu il gol della sconfitta. L’amarezza fu una costante della vita del Commissario Tecnico, amarezza che portò anche a Terni. E per fortuna che quell’anno arrivò alla fine Andreani che recuperò cinque punti  (c’erano i due punti per la vittoria) al Catania a tre giornate dal termine.

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