L’esperto direttore sportivo a Pianeta Serie B: “Scegliere i calciatori con l’algoritmo mi lascia basito. Bisogna andare a vedere le partite dal vivo”
Giorgio Perinetti, ex direttore sportivo di diverse formazioni fra serie A e serie B, nell’ultima stagione al Brescia ha parlato a Pianeta Serie B, sugli ultimi movimenti delle squadre e su un mercato che quest’anno ha visto prevalere la scelta di stranieri. Perinetti spiega: “Di questa tendenza non dobbiamo preoccuparci, ma la tendenza è quella: se pensiamo che il campionato di Serie B dovrebbe servire a testare i giocatori italiani. Non riusciamo a invertire la rotta. La tendenza è dovuta al fatto che acquistare i giocatori all’estero è più facile, e che il giocatore che ha il cognome che finisce per -inho o per -vic sia ritenuto più forte a priori. Speriamo che l’esempio della Nazionale sia trascinante”.
E chiarisce: “Non sta a me dire se prendere troppi stranieri sia un bene. Posso solo dire che per vincere la B servono giocatori che conoscono la categoria. Le qualità tecniche non bastano: c’è bisogno di forza, resistenza, coraggio”.
La ricerca, secondo Perinetti, è troppo influenzata dalle tecniche moderne: “Quando leggo di giocatori scelti sulla base di algoritmi resto basito. Nulla è più completo di vedere giocatori dal vivo. Gli algoritmi o il solo uso dei video possono servire in sport dove la gestualità è inferiore”.
Perinetti poi ha speso parole anche per Lorenzo Lucca, attaccante del Pisa, uomo del momento ed obiettivo passato anche della Ternana: “E’ un caso strano che molti club di A se lo siano perso anche perché durante il settore giovanile è stato di proprietà di club di massima serie. Il Palermo ha avuto il coraggio di lanciarlo, il Pisa di investire. Resta il concetto di fondo: bisogna avere fiducia nei giovani e far sì che scelgano il percorso migliore. Molti procuratori propongono i calciatori a club di categorie superiori soprattutto per paura di perderli”.