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Quella salvezza di ‘farfallino’ Borel da cui nacque la grande Ternana

L’ex grande attaccante di Juve, Torino e Nazionale arrivò prima di Viciani e seppe costruire e avere fiducia nell’ossatura della futura squadra rossoverde

Felice Borel, detto “farfallino”, è stato un attaccante fortissimo che ha avuto il suo massimo fulgore tra le due guerre mondiali, giocando quasi esclusivamente in Piemonte e facendo solo qualche rarissima uscita dalla sua regione. Una di queste coinvolse la Ternana anni dopo, nel 1966-67 in serie C, quando Borel era ormai diventato alleatore. Lui non era nemmeno tanto interessato a venire a Terni ma gli ottimi rapporti che aveva il presidente di allora Fernando Creonti col mondo imprenditoriale e sportivo sabaudo, lo spinsero a rilevare le Fere dopo la falsa partenza con Cesare Nay.

“Farfallino” prese la squadra all’undicesima giornata e la portò sino alla fine mantenendo la categoria. Borel era anche specializzato nella scoperta di giovani promesse: tra tutti Giampiero Boniperti che lui mise stabilmente in prima squadra. A Terni mantenne l’ossatura che poi permise a Corrado Viciani di spiccare il volo verso la Serie A: GermanoBonassinPandrinLiguoriMarinaiNicolini erano nei ranghi rossoverdi ma Borel ne comprese l’importanza e rivitalizzò quelli che sembravano in fase calante.

Soprattutto si impose nel non mandare via nessuno mettendoli, anzi, in vetrina. Considerando tutto, non è stato uno scarso risultato quello di Borel, anche se si tende a minimizzarlo: ha avuto anche la sfortuna di venire appena prima di Viciani, il quale ha monopolizzato il ricordo e le simpatie. Non va mai dimenticato che Borel fu un grande attaccante juventino, ma anche torinista, vincendo tre Scudetti e la Coppa del Mondo. Si aggiudicò anche il titolo di capocannoniere per due volte. Dopo la Ternana arrivò al canto del cigno dal momento che di fatto appese la tuta al chiodo, anche se può annoverare un’altra esperienza, senza alcun risultato in Canada, dove il calcio allora non era ben visto.

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