Nella Ternana in due riprese, fu protagonista di una strepitosa carriera con tanto di Scudetto prima della malattia e della denuncia contro il suo mondo che decise di girarsi dall’altra parte
Eccolo un altro calabrese che si è fatto grande nelle fila della Ternana: Salvatore Garritano, attaccante di razza che ha avuto buoni sprazzi in carriera anche se i suoi mezzi fisici facevano pensare, da ragazzo, ad altri obiettivi. Comunque sia Garritano ha un palmares di tutto rispetto avendo vinto ben due volte da protagonista il campionato di Serie B con Ternana e Sampdoria ma anche uno Scudetto con il Torino, dove si alternava a Pulici e Graziani nel condurre l’attacco tricolore.
Nei suoi ricordi anche un campionato di serie C2 con la Ternana. Due anni a Terni, anzi tre, perché ci fu un ritorno nel 1988. E proprio a Terni esordì nella massima serie nel 1974. Fu un campionato tribolato con i rossoverdi che non riuscirono, per la seconda volta, a mantenere la categoria; comunque gli valse la consacrazione quale giocatore di alto livello. Se lo prese il Torino, dove rimase per tre anni e riuscì a contribuire all’ultimo Scudetto granata con cinque presenze ed un gol al Milan. Nel suo armadio ci sono maglie di Sampdoria, Atalanta, Bologna in serie A ma anche Pistoiese, Omegna, Sorrento, Latina, Orte ed Alcamo, dove interpretò la funzione di allenatore-giocatore. Poi la malattia che lo tolse di fatto dal suo mondo, con molti rimpianti e disillusioni.
E Salvatore Garritano ha affrontato a testa alta questa nuova gara, quando ha scoperto di essere malato. Ha chiesto aiuto a tutti coloro che aveva incontrato nella sua carriera ma nessuno si è girato ad aiutarlo. Non elemosinava, chiedeva solo di essere inserito nei ruoli che si confacevano al suo talento. Dieci anni fa trovò solo porte chiuse, facendo aumentare la rabbia e spingendolo alla denunzia di un modo di fare che non tiene conto della salute dei giocatori: “Da ragazzo, quando sei poco consapevole di quello che stai facendo, ti pompano con ogni tipo di sostanza. Da adulto, quando sei malato e hai bisogno di aiuto, per loro sei già morto. Escluso, mobbizzato, cancellato. Nessuno ti telefona, e se li chiami si negano”. aveva dichiarato in un’intervista a L’Espresso, in cui ha anche affermato: “Ci sono state delle eccezioni: Ciccio Graziani, Gigi Del Neri, Cesare Prandelli e la famiglia Gattuso. Ecco, loro cercano di aiutarmi e io voglio ringraziarli pubblicamente“.