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Pochesci: “Dopo la Ternana, Carpi l’esperienza più bella”

Il tecnico paragona la militanza rossoverde con la sua attuale squadra, poi rincalza alla sua maniera “Il futuro? Basta plueriennali!”.

Torna a parlare, mister Sandro Pochesci. Il tecnico romano del Carpi, ex della Ternana, lo fa con un’intervista rilasciata al sito TuttoC, in cui parla pure delle Fere, oltre a dire ancora una volta la sua su come lui vede il calcio e su come vorrebbe cambiarlo. Pochesci dice, infatti, che l’esperienza avuta quest’anno nel Carpi è stata la migliore dopo quella avuta alla Ternana nella prima parte della stagione 2017-2018, per il gioco espresso in campo.

PALESTRA, NON CIMITERO DI ELEFANTI. A Pochesci, viene chiesto da TuttoC di tracciare un bilancio sul campionato portato avanti alla guida del Carpi e sulla “ferita” dell’esonero avuto in  stagione, prima di essere richiamato. “Dopo le 23 stupende partite che ho avuto a Terni – dice – questa era la stagione più bella, vedevo una squadra che giocava come piace a me il calcio. Ricordiamo che giocavo con otto under in campo, anche nelle ultime partite. Ho fatto debuttare nove ragazzi che non hanno mai giocato in C. La Lega Pro deve essere una palestra per i nostri giovani e non un cimitero per gli elefanti. Siamo stati l’esempio di come si può fare calcio attingendo dal settore giovanile ed è per questo che ci sono rimasto malissimo“.

OBIETTIVI, NON CONTRATTI. Sul futuro, Pochesci torna a parlare alla sua maniera, dicendo la sua su come vorrebbe il calcio e comunicando una sua decisione legata ai rapporti di lavoro con la società, regolati da un altro anno di contratto ma che il tecnico ad oggi non dà affatto per scontati. “Sono una persona libera, ho un altro anno di contratto. Da parte mia devo ancora decidere. Ho detto di essere un separato in casa e ci siamo riavvicinati per la squadra. C’è da parlare, i matrimoni si fanno in due. Questo sarà l’ultimo anno che farò un contratto pluriennale. Vorrei cambiare le regole perché servono contratti a prestazione o ad obiettivo. Il calcio deve essere fatto da obiettivi e chi sbaglia deve pagare, anche all’interno della società. Quest’anno ci sono stati anche casi di allenatori esonerati con il covid. La nostra categoria dovrebbe essere più tutelata. Anche noi abbiamo una dignità e certe volte non ci trattano come dovrebbero. Io comunque ringrazierò sempre il presidente del Carpi che mi ha scelto, ma per noi l’esonero è come un lutto. Bisogna capire che è difficile stare in panchina ed è un lavoro che invecchia“.

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