L’assessore ai lavori pubblici del Comune annuncia l’avvio del processo. Nel frattempo Confesercenti appoggia l’abbinamento con la clinica e stimola chi si oppone
Primi passi ufficiali per il processo che porterà alla dichiarazione di interesse pubblico per lo studio di fattibilità del nuovo stato della Ternana, presentato la scorsa settimana ufficialmente dal club di via della Bardesca.
L’assessore ai lavori pubblici del Comune di Terni, Benedetta Salvati annuncia che “La direzione dei lavori pubblici si è messa subito a lavoro per stilare un fittissimo cronoprogramma nel rispetto procedimento amministrativo che porterà alla dichiarazione di interesse pubblico dell’opera. Impegno, convinzione e massima serietà ci guideranno in questo percorso. Questo è un progetto tanto importante quanto sfidante per il comune di Terni”.
Si tratta del secondo passo ufficiale dopo la nomina del Rup, che è lo stesso del progetto palasport.
CONFESERCENTI DICE SI. Intanto, nel dibattito si inserisce la Confesercenti che ‘benedice’ il progetto che unisce stadio e clinica privata. In una nota, l’associazione di categoria dice: “La proposta di ulteriore riqualificazione dell’area dello stadio, come da progetto, non può che trovare tutti d’accordo; lo dimostrano i numeri: termine dei lavori entro il 2024, quasi 700 nuovi posti di lavoro, la promessa della completa fruibilità per i disabili, l’apertura di nuove attività commerciali, ristoranti, bar e negozi, e, soprattutto, 50 e passa milioni di intervento a costo zero per la collettività. Se per la società calcistica l’obiettivo è la realizzazione di un luogo del cuore, per la città ed i cittadini è il completamento della riqualificazione di un’area troppo a lungo abbandonata”.
Non manca una bacchettata a chi nell’ultimo periodo ha sollevato voci contrarie, relative all’accoppiamento con la clinica, anche all’interno di un dibattito istituzionale: “Dove è lo scandalo? Il problema? Forse sul fatto che, a oggi, il budget assegnato dalla Regione per il convenzionamento dei posti letto è tutto assegnato alle 4 cliniche perugine e a quella folignate? E per fortuna visto che non ce ne sono altre, almeno fino ad ora e, quando appare all’orizzonte la possibilità di una nuova attività economica, anziché applaudire lo spirito imprenditoriale apriti cielo? Non si tratta di togliere ma di ridistribuire i posti su 6 cliniche anziché su 5. L’ipotesi non piace? Allora va spiegato il perché no. Rimane il diritto della città di vedersi migliorata e dei cittadini di avere una città migliore, più pulita, più ordinata. Le stesse attività commerciali, tra nuovi ingressi, nuova attrattività e migliore articolazione viaria ne trarrebbero grande beneficio”