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Ternana, l’Aic è perplessa sulle nuove regole

Il presidente Bandecchi sollecita l’Assocalciatori, quest’ultima si affaccia coi primi dubbi. Coppola a TuttoC: “Siamo all’anticalcio”.

Le nuove regole con le liste dei professionisti bloccate a soli 22 calciatori in rosa, dopo aver suscitato la reazione forte del presidente della Ternana Stefano Bandecchi, ora comincia a trovare forti dubbi anche nell’Associazione italiana calciatori. La stessa Aic era stata anche sollecitata dal numero uno rossoverde, proprio per prendere una posizione verso una regola che non piace. Adesso, l’associazione comincia a sollevare i primi dubbi.

LE FALLE. L’Aic a quanto pare, non ha preso di buon grado quanto deciso dalla Lega Pro e che dovrà adesso essere recepito e ratificato dal Consiglio federale il 4 agosto. 22 soli calciatori profesisonisti in rosa. Per il resto, giovani di serie. Una soluzione che anche secondo l’Assocalciatori non valorizza affatto i giovani. Danilo Coppola, consigliere della stessa Aic, ha definito in un’intervista con il sito TuttoC la nuova regola come “anticalcio“. Contesta, infatti, diversi aspetti. Innanzitutto, penalizza i club più propensi a investire e di consegunza ad avvalersi delle prestazioni di calciatori di qualità in grado di alzare il livello della categoria. Inoltre, trova una soluzione che non è la migliore per valorizzare i giovani. Parla di “un passo indietro” e di decisioni prese per avallare solo “i club che vogliono migliorare la propria competitività abbassando quella altrui“, attraverso una regola che finisce per abbassare – e non innalzare – l’appeal e il livello di tutta la serie C. Sui giovani, Coppola spiega: “Sono cresciuti realmente nella competitività quelli in campo con le big. Perché lì hanno trovato spazio non per il minutaggio ma perché bravi davvero. In Lega Pro la cernita andrebbe fatta subito. Non a 24 anni. Non si possono illudere tanti ragazzi di poter essere professionisti per poi sostituirli una volta fuori dall’età contributiva“.

“I CLUB PROTESTINO”. Lista bloccata a 22, dunque, vista come uno strumento atto soltanto a limitare la competitività della categoria, penalizzando i club capaci di poter essere fortemente competitivi. Dice ancora Danilo Coppola, nella sua intevista rilasciata a TuttoC: “Fossi nei club che investono cifre importanti andrei a reclamare da chi di dovere. Perché se il calcio è meritocrazia, questo è l’anticalcio“.

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