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Bandecchi, lo stadio Liberati e le bollette salate: la Ternana torna una questione politica

Continua a far discutere la provocazione del patron rossoverde, che ha tirato in ballo anche la Regione. In Comune trova l’appoggio delle opposizioni, a Palazzo Cesaroni,dell’assessore Melasecche, che però mette in guardia

La vicenda dello stadio Liberati con il presidente della Ternana Stefano Bandecchi in pressing sul Comune per provare ad acquistarlo, Palazzo Spada che ha una linea parzialmente diversa e la recente polemica sulle bollette dell’acqua troppo salate con annessa minaccia di spostarsi a Perugia. Era da un po’ che la Ternana non finiva nelle vicende politiche ed è curioso che vi faccia ritorno in un periodo senza campagna elettorale ed anzi con la città e l’Italia alle prese con una lenta  ripartenza dopo il lockdown.

FUOCO…SULL’ACQUA.  La reazione garbata ma decisa del sindaco Leonardo Latini riaccende la luce su una questione, quella della convenzione per l’utilizzo dello stadio, che nel recente passato è stata fonte di scontro e se è chiaro che deve necessariamente esserci collaborazione – gli anni bui della gestione Longarini, con lo stadio sbarrato sono ancora un ricordo fresco – è ovvio che le parti dovranno arrivare ad un compromesso.

Francesco Filipponi, capogruppo del Pd a Palazzo Spada

Intanto, però la questione bollette è arrivata in Consiglio Comunale, con una nota a firma delle forze di opposizione, Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e Senso Civico, che sull’onda anche delle tante società sportive che si sono accodate alla provocazione del patron rossoverde esprimono solidarietà al presidente Bandecchi della Ternana Calcio e a tutte le società sportive. I ternani sanno benissimo cosa vuol dire pagare tra le bollette più salate d’Italia e allo stesso tempo avere una partecipata sempre più economicamente debole”, presentando anche un atto di indirizzo in merito.

La questione si fa poi più meramente politica e le opposizioni, definiscono le bollette salate “un salasso con cui oggi sta facendo i conti ingiustamente chi è venuto a Terni a quanto pare per investire nella nostra città e sui colori della nostra squadra. Non possiamo esimerci dal sottolineare come il tema della gestione della Sii faccia sempre più acqua da tutte le parti. E quanto sia necessario archiviare tale partecipata del Comune, ritornando ad una gestione diretta dell’acqua in quanto bene pubblico“. E ricordano la richiesta ancora senza risposta di una commissione di inchiesta sulla gestione del servizio idrico.

CHIAMATA A PALAZZO CESARONI. Nei giorni scorsi, poi, Bandecchi, dalle colonne de Il Messaggero, aveva tirato in ballo anche la Regione, parlando non solo dell’area prettamente sportiva, ma di un progetto più ampio, parlando di uno stadio “che abbia affiliazioni con strutture esterne perchè uno stadio da solo non può essere redditizio. Il modello resta quello della Legge Stadi. Tutto ciò è molto più che realizzabile. Ci sono attività di sviluppo che richiedono l’autorizzazione regionale. Porterebbero occupazione e risvolti economici, parliamo di 150 nuovi posti di lavoro. Uno stadio da solo non ha significato, se non abbinato a situazioni produttive. E’ una legge ampia che dà possibilità per quanto riguarda alberghi, situazioni di ristoro, commerciali o in ambito sanitario. Non ho chiesto la luna, ma ci sono aspetti che la Regione deve condividere e il sindaco sta facendo un lavoro esplorativo. Se arrivassimo a conclusione, Terni potrebbe avere entro quattro anni il nuovo stadio, collocato dove ora c’è il Liberati”.

MELASECCHE RISPONDE Un messaggio chiaro: non solo il Liberati in quanto tale, ma la possibilità di creare uno spazio con strutture commerciali, sul modello degli stadi moderni attuali. A distanza di giorni arriva la risposta dell’assessore regionale alle infrastrutture Enrico Melasecche Germini, che forte della pregressa esperienza in Comune, da un lato mette in guardia, ricordando gli anni della gestione Agarini, quando a fronte di un legame molto stretto fra Ternana e città, che portò vantaggi economici all’imprenditore di Piombino, non arrivarono a conclusione i progetti sullo stadio nè quelli sul centro sportivo, dall’altra tende la mano a Bandecchi (“Che chiede alla regione non si sa bene cosa“)

Enrico Melasecche Germini, assessore regionale alle infrastrutture ed ai trasporti

Oggi – scrive Melasecche – si apre una sfida sulla possibilità di ricostruire un nuovo Liberati da parte di Stefano Bandecchi che ha fin qui dimostrato molta buona volontà e generosità ma che, senza il consolidamento di un rapporto stabile con la città è soggetto ad una costosa precarietà che non giova a nessuno.  Io stesso gli avevo proposto la possibilità di prendere in mano lo stadio, sempre nella massima legalità, impostando un nuovo rapporto che, utilizzando la legge sugli stadi, potesse consentire a lui o ad altro ipotetici investitori di completare quello sforzo notevole che sta portando la città a possedere quella tanto agognata nuova Città dello Sport all’avanguardia nazionale.  Proposi questa idea a Stefano Bandecchi, insieme al Sindaco Latini, quando lui ci invitò a visitare il centro universitario Unicusano, sollecitando investimenti produttivi che avrebbero portato a Terni nuove strutture, nuove occasioni di lavoro e di investimento, con possibili soddisfazioni per tutti.  Bandecchi chiama oggi la Regione a rispondere. Parliamone. Credo doveroso che, sempre nel rispetto della legge, la politica, quella nuova del fare, possa dare risposte che soddisfino tutti. È avvenuto in molte altre città. Perché non a Terni?  La città e tutta l’Umbria possono avvantaggiarsi da una rinnovata, intelligente collaborazione fra sport e buon governo”.

 

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