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Poker di Fere che furono campioni in azzurro

Quattro calciatori vincenti con la maglia della Nazionale militarono anche nella Ternana, sia da calciatori che da allenatori. Ecco chi sono.

Sono diversi, nella storia della Ternana, i calciatori arrivati prima o poi anche alla Nazionale, oppure divenuti rossoverdi dopo la loro esperienza in azzurro. L’ultimo esempio in ordine di tempo di ex rossoverde divenuto poi un perno della massima rappresentativa calcistica italiana è Antonio Candreva. Sono solo in quattro, però, coloro che vantano in carriera, oltre alla militanza in rossoverde, anche la soddisfazione di aver alzato una coppa, con la Nazionale. Tre sono stati campioni del mondo, uno è stato campione d’Europa. Due di loro sono venuti a Terni una volta passati alla carriera di allenatori, uno ha vinto un mondiale dopo aver vesito la maglia rossoverde e un altro è stato prima calciatore e poi allenatore.

FRANCO SELVAGGI: DAL LIBERATI AL BERNABEU. Anche se non ha mai giocato un solo minuto, tra gli azzurri campioni del mondo in Spagna con il ct Enzo Bearzot nel 1982, c’era anche un ex della Ternana. Era Franco Selvaggi (nella foto in evidenza) allora bomber del Cagliari. Bearzot lo portò con sè dopo le ottime annate con la maglia dei sardi, onorata a suon di gol. Pur senza giocare, condivise con gli altri la gioia del successo in finale al Bernabeu contro la Germania Ovest, in un mondiale ricordato soprattutto per l’impresa della vittoria sul Brasile per 3-2 e per i gol di Paolo Rossi. Selvaggi, con la Ternana, aveva giocato nel 1972-73: oroginario della provincia di Matera, l’allora diciannovenne attaccante esordì in prima squadra, in serie A, dopo un anno trascorso nelle giovanili rossoverdi. Segnò un gol, contro la Juventus al Liberati, nella gara vinta 3-2 dai bianconeri. A fine stagione, venne ceduto al Taranto, società dalla quale poi lo prelevò il Cagliari. Dopo il 1982, giocò nel Torino, nell’Udinese, nell’Inter e nella Sambendettese, prima di diventare allenatore.

TARCISO BURGNICH: POCHI MESI PER UNA SALVEZZA. Nel 1999-2000, quando la Ternana era in serie B e si trovava in zona retrocessione, la società optò per il cambio della guida tecnica. In inverno, esonero dell’allora allenatore Vincenzo Guerini e squadra affidata a Tarcisio Burgnich. Proprio il tecnico friulano, oggi ultraottantenne e pensionato, aveva avuto le sue soddisfazioni da calciatore non solo per aver vinto tutto nell’Inter, ma anche per aver alzato a Roma la Coppa Europa, in una fase finale in Italia dell’Europeo del 1968 che allora prevedeva, dopo le qualificazioni, le due semifinali e la finale. Gli azzurri trionfarono in una finale contro la Jugoslavia giocata due volte, la prima delle quali finita in parità. Fu l’Europeo della monetina, con gli azzurri qualificati a quella finale ai danni dell’Unione Sovietica proprio con un “testa o croce” dopo i supplementari finiti 0-0. Dopo quell’Europeo vinto, Burgnich, in azzurro, arrivò  anche in finale al campionato del mondo in Messico due anni dopo, andando in gol nei supplementari dell’indimenticabile semifinale Italia-Germania 4-3 e marcando il grande Pelè nella finale vinta dai sudamericani per 4-1. A Terni, da allenatore, sedette in panchina per 17 partite, con 6 vittorie, 6 pareggi e 5 sconfitte, traghettando i rossoverdi verso la salvezza. L’anno dopo, anche se per sole 5 partite, allenò il Pescara.

FELICE PLACIDO BOREL: ALLENATORE E DIRETTORE. Aveva il soprannome di Farfallino. Dopo una grande carriera prevalentemente nella Juventus e un mondiale vinto con la Nazionale italiana, da allenatore guidò anche la Ternana. E’ Felice Placido Borel, nato a Nizza nel 1914. Fece parte della squadra vincente affidata a Vittorio Pozzo con la quale l’Italia vinse la Coppa Rimet (l’allora trofeo riservato alla massima competizione mondiale calcistica) nell’edizione del 1934 disputata proprio in Italia. Con la maglia della Juventus, vinse tre dei cinque scudetti consecutivi del famoso “quinquennio bianconero” degli anni Trenta. Fu anche giocatore di Torino, Alessandria e Napoli. Finita la carriera da calciatore, cominciò quella da allenatore, che lo portò anche sulla panchina della Ternana. Allenò i rossoverdi per un arco di campionato nella stagione 1966-67, subentrando a Cesare Nay nel mese di novembre. La Ternana, quell’anno, chiuse all’ottavo posto nel gione B della serie C. Nella stessa stagione, a Terni, Borel ricoprì anche il ruolo di direttore generale. Fu proprio questa, infatti, la qualifica con la quale era stato preso dalla Ternana, prima che subentrasse in panchina.

GINO COLAUSSI: UN ESORDIO ILLUSTRE NEL DERBY. Farfallino-Borel non fu il primo dei campioni del mondo degli anni Trenta a venire ad allenare la Ternana. Anche un altro iridato, che però faceva parte della Nazionale vincente che sempre con Pozzo come ct si confermò campione del mondo anche in Francia, aveva prima di lui militato con le Fere. In questo caso, ricoprì il doppio ruolo di allenatore e calciatore. Si tratta di Gino Colaussi. Il 18 dicembre del 1949, in occasione di un derby Ternana-Perugia finito 1-1, fu chiamato a esordire sulla panchina delle Fere al posto di Indro Cenci. L’ex ala mancina azzurra di Gradisca D’Isonzo (Colausig all’anagrafe, poi italianizzato in Colaussi durante il fascismo), si mise a disposizione anche per giocare. Proprio in quella gara d’esordio, scese pure in campo. Da lì alla fine di quel campionato, un torneo di serie C che però alla fine vide la Ternana retrocedere in Promozione interregionale, giocò con la maglia rossoverde altre 13 partite, segnando due gol. La sua carriera da allenatore, cominciata da Terni, proseguì per altri vent’anni, seppure senza grandi acuti.

 

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