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Orsi: “La Ternana? La seguo ancora per affetto”

Fernando Orsi
Fernando Orsi

L’ex tecnico sfoglia i ricordi ternani: “La città mi è rimasta nel cuore. L’isolamento? Sto coi mei figli, uno professore e l’altra campionessa”.

Sta osservando le regole ministeriali dell’isolamento nella sua abitazione e intanto si gode la compagnia del figlio professore e scrittore e della figlia campionessa di paddle. Scrive articoli di giornale e racconta a TuttoSport la sua vita in casa per contrastare il coronavirus da “Homo divanatus“. Intanto  ripensa anche alla Ternana, della quale è stato allenatore e alla quale dice di essere rimasto “affettivamente legato“. CalcioFere incontra (a distanza e telematicamente, sia chiaro) Fernando Orsi, portiere della Lazio negli anni Ottanta e allenatore delle Fere per alcuni mesi dall’ottobre 2010 al gennaio 2011, chiamato e poi allontanato dal vulcanico Angelo Deodati nel suo breve periodo da presidente.

“LAVORAVAMO BENE”. Da cosa cominciamo? Dalla Ternana? “Certo, La Ternana, la seguo sempre. Mi informo. Diciamo che la seguo per affetto. Perché io, a Terni, sono stato molto bene. Mi sono trovato bene e ho conosciuto tante persone eccezionali. Io sono così: mi affeziono ai luoghi dove vado a lavorare. Mi è successo anche per Terni. E poi, si mangia pure bene, lì“. Un ricordo affettuoso, nonostante un periodo breve e nemmeno tanto fortunato. “Devo dire – commenta con un certo rimpianto – che il presidente mi mandò via dopo un pareggio“. Era arrivato nell’ottobre 2010 per sostituire l’esonerato Renzo Gobbo. La stagione era quella disgraziata finita poi con la retrocessione dalla prima alla seconda divisione della Lega Pro e con Angelo Deodati alla presidenza. “Secondo me – dice Orsi – stavamo anche facendo un buon lavoro. D’altra parte il primo obiettivo era la salvezza. I risultati erano pure arrivati. Poi arrivarono pure tre partite meno fortunate, vale a dire il 3-3 con il Taranto con una rimonta subita da 2-0 per noi, poi la sconfitta a Pisa per 1-0 con beffa al 90′ quando fermarono Jonathan Alessandro lanciato verso la porta avversaria per fuori gioco inesistente, quindi l’1-1 con la Cavese. E mi ha esonerato“. Dopo di lui, arrivò Bruno Giordano, ma la stagione non finì bene.

UN TRENO PERSO. Della Ternana di oggi, quella che Orsi segue con affetto, cosa diciamo? “E’ arrivata al momento dell’interruzione occupando una zona playoff che, per quanto buona, forse non rende giustizia al suo reale valore. E’ una squadra molto forte, nata con ambizioni di vittoria. Lì, poi, c’è un ambiente che, giustamente, si è stufato della serie C. Tra l’altro, ha una società e un presidente con risorse tali da poter inseguire ogni importante ambizione. Certo, se poi vai a trovare una Reggina che le vince tutte, c’è poco da fare. Ma negli ultimi mesi, forse, la Ternana non ha saputo lottare abbastanza per approfittare di momenti in cui la Reggina aveva un po’ mollato, così come aveva fatto il Bari. Questo non ha permesso ai rossoverdi di restare attaccati a quel treno“.

COME RICOMINCIARE. Sarà ancora possibile ricominciare il campionato e, magari, provarci nel finale? “Se si dovesse ricominciare la stagione, le squadre potrebbero non essere più quelle di prima. Si dovrebbe fare un’altra preparazione per affrontare un finale di stagione fatto di gare ravvicinate. A quel punto, per ogni squadra varrebbe tutto l’organico e non più un blocco di giocatori titolari. In questo momento di interruzione, per i calciatori, è importante continuare a tenersi in attività, almeno per mantenere un tono muscolare accettabile“.

IL PROF E LA CAMPIONESSA. Orsi parla poi dalla sua attuale vita domestica, in periodo di coronavirus. In attesa che questa emergenza passi, l’ex portiere e tecnico rossoverde condivide tante cose con i suoi figli. Ne parla anche in un articolo uscito di recente su TuttoSport, a sua firma, dal titolo spiritoso “Sono diventato un homo divanatus“. Due figli, uno intellettuale e una sportiva. “Mio figlio, Gabriele, è professore, con laurea con 110 e lode in lettere classiche. Ha anche scritto due libri. Mia figlia, Carolina, è campionessa di Paddle, numero 3 d’Italia. Gareggia con il Circolo Aniene. Sapete, che prima dell’emergenza avava fissato un appuntamento con un circolo di Terni?“. Per venire a giocare qui? “Non proprio. Lei lavora per un’azienda telematica milanese che produce applicazioni. Siccome è l’incaricata di zona per Lazio, Umbria e Abruzzo, sta promuovendo un’app per permettere agli appassionati di tennis e paddle, magari in viaggio, di incontrarsi in qualunque parte d’Italia si trovino e darsi appuntamento in un  circolo per una partita insieme. Il circolo di Terni con cui aveva appuntamento, è interessato proprio a questa cosa“. E il suo libro, “A mani nude? “Sta andando bene anche quello. Ma è un libro che ho scritto così, per divertimento. E ci sarebbero anche cose che avrei potuto raccontare e non l’ho fatto. Forse mi sarei preso persino qualche querela“.

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