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Ternana al giro di boa: il punto sul centrocampo

Prosegue la rubrica di approfondimento sui singoli reparti della rosa rossoverde. Una mediana di qualità, forse incompleta. E l’enigma trequartista…

Dopo aver analizzato il comportamento della difesa rossoverde in questo girone di andata, ora è il momento di fare la stessa cosa con il centrocampo. Un reparto che, guardando i nomi, è sicuramente tra i più forti dell’intera categoria. Gente come Palumbo, Salzano, Paghera e Furlan non ha davvero bisogno di presentazioni, vista la lunga militanza in categorie superiori.

TANTO FOSFORO, POCO FILTRO. Oltre al ritorno di Salzano dal prestito al Livorno e alla conferma in blocco di tutti gli uomini del reparto mediano, capitan Defendi incluso, ovviamente, la Ternana si è arricchita acquistando il “metronomo” Mattia Proietti dal Pescara e Filippo Damian (in prestito dal Siena). Un ruolo, quello del playmaker davanti alla difesa, che era stato un rebus irrisolvibile durante tutta la scorsa stagione. L’ex Teramo è stato subito inserito da Gallo come uomo d’ordine e la squadra ne ha beneficiato immediatamente. Importanti, negli schemi del tecnico di Bollate, anche le mezze ali, che devono essere capaci sia di inserirsi che di alternarsi nel venire a giocare il pallone, nel caso il “play” fosse marcato. Tuttavia, le incursioni vincenti dei centrocampisti non sono state molte (4 gol totali su azione), molto meno rispetto alle occasioni create. Un’altra pecca, forse, è quella di proporre molto gioco, ma pensare poco a distruggere quello avversario, nonostante in rosa ci siamo elementi come Palumbo, Paghera e lo stesso Proietti che hanno anche caratteristiche di incontrista.

ENIGMA TREQUARTISTA. Chiudiamo la nostra analisi su un ruolo che fa un po’ storia a sè: il trequartista. Tutti gli appassionati rossoverdi sanno benissimo che la Ternana non ha un giocatore specializzato in quella fase del gioco, già dalla scorsa stagione. Il “sacrificato” è stato molto spesso Federico Furlan, con libertà di spaziare sulla trequarti campo. Inevitabilmente, date le peculiari caratteristiche del numero 7, il meglio lo dà quando si sposta sulla fascia, punta l’uomo e lo salta, servendo poi molti palloni in mezzo all’area. Nella stessa posizione Gallo ha alternato anche Partipilo e altri centrocampisti, salvo poi rinunciare in caso di 3-5-2.

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