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Quando la Ternana al verde chiese aiuto a… baristi e pronostici

L'ingresso della sede della Ternana in via della Bardesca
L'ingresso della sede della Ternana in via della Bardesca

Il libro ‘Tra storia e leggenda’ racconta un curioso episodio di autofinanziamento ante-litteram per rimpinguare le tasse di una società allo stremo

Calcio d’altri tempi, quando le forze non bastavano e per mettere in piedi le squadre e portare avanti la stagione bisognava ricorrere a vari escamotage. Oggi c’è l’azionariato popolare, o nei casi più particolari il crowdfunding, una volta…beh una volta si tassava quel che c’era.

Quello che c’era ce lo raccontano i giornali del tempo, raccolti nel bellissimo volume “Tra storia e leggenda” di Giorgio e Christian Armadori, che ripercorre tutti i campionati della Ternana, con tabellini, curiosità ed aneddoti. Così andando indietro nel tempo, si finisce nell’immediato dopoguerra.

La Ternana 1947-48, nella foto tratta dal libro ‘Tra storia e leggenda’ di Giorgio e Christian Armadori

ALTRA SERIE B. La stagione era quella 1947-48 e il campionato era la serie B, che però aveva poco o niente a che fare con quella attuale, essendo fra l’altro a tre gironi. Il presidente di quella Ternana, inserita nel girone C, era Fernando Lucioli, che poi a Terni diverrà famoso per il cinema che ancora oggi porta il suo cognome. In panchina c’era Luigi Milano, che alla nona giornata aveva preso il posto di Eraldo Pangrazi.

Dopo lo 0-0 col Cosenza, undicesimo punto stagionale, si chiudeva l’anno solare (era il 28 dicembre) e i giornali del tempo raccontano di una conferenza stampa convocata dalla Ternana, per illustrare le iniziative per rimpolpare le casse vuote.

LA SCHEDINA … “La S.S. Ternana- riferisce il libro traendo dai giornali – nell’intento di rinsanguare le stremate finanze, onde perseguire un più ampio programma di rinnovamento sportivo e far fronte  agli impegni l’altra sera, ha radunato i corrispondenti dei quotidiani per invitarli a fiancheggiare e sostenere alcune iniziative che si dovrebbero attuare nel prossimo anno”.

Già, ma quali erano? L’articolo è sorprendente: “Fra queste figura un contributo volontario di L.2, che tutti i giocatori della Sisal dovrebbero versare a beneficio della squadra ternana per ogni giocata. L’idea ci pare buona e noi pensiamo che se organicamente attuata  potrà contribuire a risollevare le sorti dello stremato sodalizio”.

…E IL CAFFE’. Una ‘tassa’ volontaria sulle schedine. Ma non è finita. “S’è parlato anche di un’altra iniziativa che tuttavia non ci sembra destinata a raccogliere l’unanimità dei consensi. Si dovrebbe cioè chiedere al Prefetto che permetta l’aumento di L.1 su ogni tazzina di caffè consumato nei bar della città”. Curioso l’appunto del cronista in merito: “Noi non sappiamo neppure se il Prefetto abbia l’autorità per dare un simile permesso; noi non crediamo tuttavia che l’idea piacerà molto ai consumatori che dovrebbero bestemmiare mezz’ora per tirar fuori la liretta da aggiungere alle 20 sacramentali; nè ai proprietari dei caffè, sui quali si riverserebbe un’altra complicata amministrazione, con conseguenti discussioni più o meno vicaci e clienti nervosi”.

Non sappiamo come sia andata a finire, ma certamente si tratta di una situazione curiosa, che mostra come e quanto fosse diverso quel calcio pionieristico da quello attuale.

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