Il tribunale del riesame di Roma ha confermato il sequestro di 20 milioni di euro eseguito lo scorso 23 gennaio sui conti correnti di Unicusano, proprietaria della Ternana
Non si sblocca la vicenda Unicusano. Il tribunale del riesame di Roma ha confermato il sequestro di 20 milioni di euro eseguito lo scorso 23 gennaio sui conti correnti di Unicusano, l’università fondata da Stefano Bandecchi, patron della Ternana calcio.
Secondo quanto riportato dagli organi di stampa i giudici del riesame avrebbero classificato Unicusano come una “holding” che “beneficia del regime fiscale destinato alle università” anche se in realtà sarebbe una impresa “squisitamente commerciale” che avrebbe “dismesso le finalità formative e sociali in favore delle esigenze di profitto a partire dal 2011”.
Attività come quelle radiofoniche, dedicate “a programmi di approfondimento sociale, politico, culturale nonché eventi di ordine culturale e sociale aventi a oggetto la divulgazione della scienza“,si legge nell’articolo del Corriere della Sera, “permettono al suo fondatore di conservare una sorta di postura no profit laddove le sue attività lo collocano sempre più tra le srl e sempre più all’estero (con la «Bandekki Russia» ad esempio o altre cinesi)“. I giudici bocciano le argomentazioni difensive sostenendo che a seguire quei ragionamenti “si verrebbe a creare una sorta di immunità fiscale a favore delle università costituite sotto forma di enti non commerciali ma di fatto operanti come enti commerciali” ed equipara la querelle fiscale su Unicusano all’altra sugli enti ecclesiastici che si muovono al confine fra no profit e commercio.
Il principio applicato alle attività della Chiesa può valere anche per l’università di Bandecchi, dicono: “Gli enti ecclesiastici possono beneficiare del trattamento fiscale riservato agli enti non commerciali soltanto se non hanno per oggetto principale l’esercizio di attività commerciali e in ogni caso devono conservare la prevalenza dell’attività istituzionale di ispirazione eminentemente idealistica”.
La magistratura rileva inoltre rilevano inoltre le “notevolissime uscite di denaro dai conti correnti dell’ente per le più svariate cause non riconducibili allo svolgimento dell’attività istituzionale” e tra queste figurano poco meno di 2 milioni che configurebbero una “condotta appropriativa dell’amministratore di fatto dell’Unicusano” che “integra il pericolo di dispersione del patrimonio dell’ente e quindi concretizza la necessità anticipatoria degli effetti della confisca”.
Retrocessione sicura sul campo e fallimento societario…. Si ricomincia in prima categoria