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Bandecchi: “Terrei la Ternana fino alla morte ma non porta utili, però resterò e alle mie condizioni”

Il presidente in studio su Am Terni Television: “Il calcio oggi costa tanto, ecco perché Unicusano vuole vendere”.

Uno Stefano Bandecchi a tutto tondo, quello intervenuto in diretta negli studi di Am Terni Television. Ha toccato diversi argomenti, dal calcio alla sua candidatura a sindaco, dalle iniziative imprenditoriali ai suoi progetti per il futuro della città di Terni, dai suoi impegni sul sociale all’inchiesta della Guardia di finanza a carico di Unicusano. Fino ai progetti, ribaditi, per rilanciare Interpan e Treofan e per realizzare il centro sportivo, il nuovo stadio Liberati e la clinica privata. Ma soprattutto, Bandecchi ha anche ribadito alcuni concetti legati alla Ternana.

IL FUTURO DELLE FERE. Riguardo alla Ternana e alle sue ambizioni, Bandecchi ha detto: “Mister Andreazzoli è venuto perché lo ho chiamato e gli ho detto che il nostro obiettivo era salire in serie A. Quest’anno, oppure il prossimo. Io ho le stesse identiche idee di prima”. Sulla cessione della società, ricorda: “Non dimenticate che già mesi fa io provai a vendere il 45% della Ternana in piccoli blocchi azionari. Qui, bisogna vedere quanti ‘matti’ sono disposti ad andare avanti a questi costi. Se per cinque anni non si mettono 30 milioni, in serie A non ci si resta. La mia idea era mettere insieme un po’ di imprenditori che avessero voglia di fare calcio e di mettere tre milioni l’anno. Ma non è possibile. Tutti pensano di venire e di comandare subito, o credono di venire a fare ricchezza. Ma negli ultimi 4 o 5 anni, il calcio è cambiato brutalmente. Qualche anno fa, Urbano Cairo, nel 2007, fece la serie B con 11 milioni. La Ternana di Longarini, bilanci alla mano, veniva gestita con 8-9 milioni l’anno. Oggi, solo il Cittadella continua a spendere non più di quelle cifre. Oggi, con i costi di gestione che lievitano, un imprenditore da solo non può fare il ‘matto’. Io credo che se la Ternana dovesse salire in serie A, dovrebbe almeno provare a restarci“.

LE CONDIZIONI. Spiega così l’orientamento di cessione espresso dal consiglio di amministrazione di Unicusano: “Il ragionamento del cda è molto semplice: la Ternana ci dà immagine, d’accordo. Ci siamo anche fatti conoscere grazie al calcio e abbiamo reso l’ateneo famoso, cosa che ci ha permesso anche di aumentare le entrate e le iscrizioni degli studenti. Ma non possiamo bruciare 30 milioni all’anno. Perché la Ternana non ha la possibilità di portare un utile anche di un euro. A me la Ternana piace e se dipendesse solo da me, la venderei solo quando vado sotto terra. Chi la prenderà? Non so se, un fondo internazionale o un privato, L’importante è che chi la prenda capisca cos’è davvero il calcio, senza illudersi e senza farsi fantasie. Vendo solo quando trovo uno che mi dà soddisfazioni e che porti avanti un progetto. Perché io voglio restare dentro al 15 o 20%.“.

POLITICA E RILANCI. Questione stadio clinica. “La deve dirimere questa giunta, evitandomi l’imbarazzo di dover decidere io nel caso in cui diventassi sindaco. Ma lì, farei decidere i cittadini ternani, per vedere se preferiscono il Bandecchi sindaco opure il Bandecchi di stadio e clinica. Se vogliono lo stadio e a clinica, mi dimetto da sindaco. Ternana e politica? Io resto il garante della Ternana e voglio andare dove ho detto. E in panchina, voglio continuare ad andarci. Chi non seguirà questa mia linea, non potrà prendere la Ternana. Nel contratto scriverò le cose che desidero. Come io avrò sempre il diritto di prelazione, alla mia cifra, se uno un giorno si alza e se ne va“. Infine, una battuta sul derby imminente con il Perugia: “Facevano ridere fino a ieri, ora che hanno il derby si sono svegliati. Si riaddormentino un attimo! Ho detto che il presidente è una persona per bene, ho cettio che l’allenatore è una persona per bene. Calma, allora. Qui, tutti i miei hanno la diarrea. Diamo un po’ di diarrea prue a loro, no?“.

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