L’ospite della settimana è il centrocampista rossoverde, che ha ripercorso la carriera da giocatore, attualmente fra i migliori della squadra. Ecco alcuni stralci
Antonio Palumbo è l’ospite di questa settimana de L’Angolo del Bomber condotto da Riccardo Zampagna. Ecco uno stralcio delle sue parole.
Un giocatore che è cresciuto molto nella seconda parte della stagione. Dice Palumbo: “Giocando con tre centrocampisti puoi più attaccare gli spazi ed in profondità, mentre con due centrocampisti è più difficile. Avere fatto bene in alcune partite mi ha dato fiducia e questo mi aiuta a trascinare i compagni di squadra. Potevo fare forse qualche gol in più, me ne mancano un paio, contro il Cittadella e domenica, per esempio. Sono in generale abbastanza contento di quello che sto facendo. A Terni sto bene, non penso di andare via. Il gruppo che abbiamo creato è importante, ti permette di fare qualcosa in più soprattutto nei momenti più difficili”
Si parla poi del gol contro il Vicenza: “Non è stato facile, perchè pensavo che Donnarumma non me la lasciasse, per cui sono rimasto spiazzato. Poi l’ho stoppata col destro, che non è il mio piede. Contro la Reggina invece col destro ho fatto gol: se avessi tirato di sinistro, il portiere mi avrebbe anticipato”.
Poi si parla del derby: “L’esultanza se segno nel derby? Non lo so cosa farò perchè sono istintivo. Però spero intanto di segnare, oltre che fare gli assist“. E sul Frosinone: “Squadra forte, non c’è dubbio, ma dipende da noi: se riuscissimo a batterli si aprono scenari importanti. Ma come primo anno in B abbiamo fatto bene: anche una salvezza con 8 gare di anticipo è un risultato straordinario”.
Prima delle Fere
Palumbo accenna poi a qualche aneddoto prima e durante le Fere: “La Mariano Keller è stata la società che mi ha formato, poi sono arrivato alla Ternana, primo allenatore Borrello, due anni con lui: mi ha distrutto, ma in senso buono. Era un martello, mi ha aiutato molto, considerando che con gli Allievi ho preso cinque rossi e l’anno dopo nemmeno un giallo… Dopo tre anni a Terni, poi dopo l’infortunio alla caviglia mi sono curato a Genova, poi Trapani e Salernitana e quindi sono tornato che stavamo andando in D… Una situazione che ti tempra molto. L’esordio in serie A? Bello, non pensavo di entrare…”.