Il difensore, tornato in campo, dice al Messaggero: “Che liberazione! Ora penso alla Ternana e a lavorare per crescere”. Ma il Napoli…
Ad Alessandria, la Ternana ha ritrovato anche in campo Salim Diakite, giovane difensore francese prelevato dal Teramo in estate ma rimasto a lungo fermo per una pubalgia. Ottima, la sua prova nei venti minuti finali della partita. Il giocatore, in un’intervista sulle pagine umbre del quotidiano Il Messaggero, si racconta e parla della sua avventura in rossoverde, del suo infortunio, della scelta di venire in Italia per imparare bene a fare il difensore e anche del Napoli che lo voleva prendere nel gennaio 2021.
TANTO LAVORO. Salim Diakite non nasconde la sua gioia per essere finalmente tornato in campo, dopo che non giocava più da 8 mesi. “Una liberazione – ha detto al quotidiano – perché noi calciatori, viviamo per questo. E’ dura, per noi, quando si sta fermi così a lungo“. Dalla serie D alla serie B in meno di tre anni. “Ma non ho bruciato le tappe. Ho lavorato duramente. E’ vero, le cose sono state veloci, per me. Ma dietro a questo, ci sono tanti sacrifici e tanto impegno“. E’ venuto in Italia, dalla Francia, perché “qui si impara bene la tattica difensiva. Nell’Olimpia Agnonese avevo un allenatore, Erminio Rullo, che alla fine degli allenamenti mi tratteneva sul campo per farmi fare tattica da solo“. Ha parlato anche della trattativa che, nel gennaio 20s1, stava per portarlo al Napoli. “Mi sarebbe piaciuto andare lì, certo. Napoli è Napoli. La cosa sembrava essere concreta, ma non se ne è fatto nulla. Mi è dispiaciuto. Ma non sono rimasto deluso. Io credevo in me e sono andato avanti. Ora sono alla Ternana e sono contento. Le Fere mi avevano cercato già in dicembre“. E adesso, pensa al futuro: “Guardiamo avanti a noi e speriamo di fare bene. Riguardo a me, non ho fretta. Voglio fare le cose per bene. Ora penso a lavorare e a crescere ancora“.
