L’attaccante campano della Ternana è in un momento difficile dopo il nuovo errore dal dischetto. Ma come cantava Francesco De Gregori, il valore del giocatore non si discute
“Non è mica da questi particolari, che si giudica un giocatore“. Mai come stavolta, come in questo momento, pensando alla situazione di Alfredo Donnarumma, torna in mente “La leva calcistica della classe ’68”, celebre successo di Francesco De Gregori.
L’attaccante campano, al quarto errore dal dischetto su cinque tiri – compreso quello ripetuto a Cosenza – ha accusato fortemente il colpo, sparendo poi letteralmente dal campo nel match contro il Como. Una situazione difficilissima per un giocatore arrivato alla Ternana forte delle 23 segnature della stagione precedente a Brescia e che invece in rossoverde, complice anche la partenza complessa della squadra, dapprima ha fatto fatica a sbloccarsi su azione e poi adesso sembra la fotocopia sbiadita dell’attaccante visto negli anni scorsi fra serie A e serie B.
Il contraccolpo
Non c’è dubbio che sia un momento difficile per Donnarumma, ma è in questi momenti più che mai che il ‘carro armato’ di Lucarelli deve tornare ad ospitare tutti ed il tecnico, da bravo pilota, dovrà anche lavorare sulla stabilità del mezzo, evitando che qualche pezzo vada “per conto proprio”. E allora, più che mai adesso, è fondamentale che Donnarumma venga messo in condizioni di resettare questa pagina negativa, perchè appunto, non è un errore dal dischetto, per quanto ovviamente pesi sul risultato finale, a determinare il valore di un calciatore per il quale parlano i numeri e che prima di venire a Terni, dal dischetto era quasi infallibile.
Ma no Donnarumma, no: non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. “Un giocatore, lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia“. Ecco, queste sono doti che sicuramente a Donnarumma non mancano (forse la fantasia è più prerogativa di Falletti, a dire il vero, ma anche gli attaccanti devo far sfoggio del proprio estro). Ed allora, anche in vista delle prossime difficili sfide, deve assolutamente scattare l’operazione ‘recupero’ del centravanti. Anche perchè con un Pettinari non ancora al massimo della forma ed un Mazzocchi impiegato con il contagocce, i rossoverdi non possono permettersi sterilità offensive, meno che mai contro formazioni alla loro portata.
E certo, l’auspicio e l’augurio è che quando tornerà dal dischetto, finalmente il pallone possa andare dentro. Ma se – facendo tutti gli scongiuri – la maledizione degli undici metri dovesse proseguire, allora, avanti a testa alta e col cuore oltre l’ostacolo. Come il Nino della canzone, che alla fine ha vinto la sua battaglia contro quel pallone che “sembrava stregato“.
Da uno come lui mi aspettavo di più, anzi secondo me ha creato anche zizzania in un gruppo di bravi ragazzi.Spero che se ne vada presto!
Sono sicurissimo che da adesso in poi …non ne sbaglierà più nessuno e sarà il capocannoniere delle FERE …❤💚❤💚