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Ternana, l’Andes detta la linea per la riapertura degli stadi

L’associazione che riunisce gli steward scrive a Gravina ed ai tre presidenti di Lega per disegnare delle direttive di sicurezza in vista della riapertura degli impianti

L’Andes (Associazione Nazionale delegati alla sicurezza), che in tutta Italia raccoglie circa trentamila tra steward e Dge (Delegato alla Gestione Evento), interviene in vista della nuova stagione, segnando alcune linee guida per la riapertura degli stadi. Lo fa con una lettera inviata al presidente della Figc Gabriele Gravina, al presidente della Lega di Seria A Paolo Del Piano, al presidente della Lega di B Mauro Balata e al presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli.

LE RICHIESTE. Punti chiave sono il green pass per tifosi e gruppo squadra. ” Fermo restando le facoltà locali di regolazione sanitaria – si legge nella lettera firmata dal presidente di Andes, Ferruccio Taroni sarebbe di estrema utilità poter fare riferimento a nuove linee guida, magari distinte per aree (bianche, gialle, arancioni o rosse). In quest’ottica, alcuni aspetti potrebbero trovare giovamento da una regolamentazione uguale a livello nazionale così da aiutare anche le realtà locali nelle decisioni. Per quanto riguarda l’autocertificazione, l’idea è di sostituirla con il possesso del Green pass. L’autocertificazione infatti rappresenta un rischio come veicolo di contagio già al momento della compilazione e del controllo sul posto; inoltre spesso rischia di presentare dati inutilizzabili”.

Criticità sono espresse anche sulla misurazione della temperatura: “gli apparati elettronici di lettura – sottolinea l’Andes – spesso sono condizionati dalla temperatura esterna e dalla luce solare. Superare questa procedura rimandandola al possesso del Green pass sarebbe di aiuto. Per quanto riguarda i tamponi del gruppo squadra, il Green pass attestante la somministrazione di due dosi di vaccino o una dose con il superamento della patologia potrebbe ritenersi elemento di riduzione della frequenza dai tamponi, uniformando così la gestione agli standard utilizzati al momento a livello europeo”.

Anche sul filtraggio di chi entra allo stadio, il cosiddetto pat-down e sui tornelli, la posizione di Andes è netta: “Sarebbe utile una linea comune. Sul pat down, riteniamo rischioso in questa fase esporre gli addetti a contatti ravvicinati con i tifosi: pertanto dovrebbe essere destinato ad attività eccezionale verso situazioni critiche, e non impartito al 40% degli spettatori. Per i tornelli, potrebbero trasformarsi in fonte di contagio: palmari collegati in wifi evitano il contatto e garantiscono la medesima efficacia nei controlli. I tendiflex, che alcuni reputano critici in caso di esodo, potrebbero essere efficaci per realizzare accodamenti con distanziamenti”.

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