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Ternana, secondo i medici sociali la serie C non può ripartire

Videoconferenza tra i responsabili degli staff sanitari dei 60 clubs con il presidente Ghirelli, troppo difficile applicare il protocollo sanitario Figc.

La ripresa el campionato di serie C, secondo i medici sociali delle 60 squadre, non è attualmente possibile. Principalmente, a causa del protocollo sanitario della Figc che non è affatto semplice applicare, essendo troppo complicato sotto molti aspetti, oltre che troppo costoso. Videoconferenza in Lega Pro, nella quale il presidente Francesco Ghirelli, insieme al rappresentante dei medici di serie C Francesco Braconaro e al legale Gianluigi Baroni, ha ascoltato tutti i medici sociali della serie C. Per la Ternana, era collegato il dottor Michele Martella (lo si vede in alto a destra, accanto a Ghirelli, nel frammento della foto diffusa dal sito internet della Lega pro e da noi riportata).

TROPPI RISCHI. Per tutta la serie C, è troppo difficile applicare il protocollo di sicurezza della Federcalcio. Dunque, in queste condizioni il campionato non può ripartire in sicurezza. I medici sociali dei clubs di serie C non hanno dubbi, su questo. In videoconferenza, hanno sottolineato diversi punti di criticità legati allo strumento individuato per una ripresa graduale, in piena sicurezza e a porte chiuse, della macchina-calcio. Intanto, il primo problema individuato è quello della difficoltà a garantire numero elevato di tamponi, “che allo stato attuale – come si legge in una nota diffusa dalla lega a margine dell’incontro – non sono disponibili nemmeno per i cittadini“. In più, è stato considerato il rischio per i medici stessi, che prestano anche servizio sui loro territori, di entrare in contatto con i calciatori e poi anche con i loro pazienti, con il rischio di potenziale diffusione del virus. Impossibile, poi, che i medici si assumano responsabilità anche penali per tante altre persone e figure coinvolte nei protocolli di sicureza da applicare nelle stutture individuate, al di là dei soli tesserati delle squadre.

TROPPI COSTI. Non ultimo, c’è il problema della fattibilità economica, il primo ad essere stato sollevato nei giorni successivi all’adozione del protocollo stesso. Applicare tutto ciò che è previsto, richiederebbe a ciascuna società uno sforzo economico notevole. Innanzitutto, occorrerebbe quantificare le risorse necessarie, ma non tutti i clubs sarebbero  in grado di poter sostenere determinati oneri. Questo parere dei 60 medici sarà un elemento in più da mettere sul tavolo nell’assemblea delle società fissata per il 7 maggio sempre in via telematica, per la quale c’è sempre l’orientamento a chiedere formalmente al Consilgio federale la sospensione definitiva del torneo di serie C.

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