Cristiana Capotondi su Raisport: “Prevalga il buon senso. Stipendi? Non siamo la serie A. Riprendere? Così è complesso. Bella, la solidarietà”

Accordi sugli stipendi dei calciatori, ripresa del campionato, situazione della serie C. Di questo ha parlato la vicepresidente della Lega pro, l’attrice Cristiana Capotondi, intervenendo in videoconferenza da casa alla trasmissione televisiva “CSiamo sul web“, versione telematica dell’omonimo programma in studio al momento sospeso e che è visibile sul sito internet di RaiSport. Si è parlato della serie C e di come la terza serie italiana, dove milita anche la Ternana, si stia orientando per affrontare i prossimi mesi in considerazione dello stop per l’emergenza da coronavirus.

LA SERIE C NON E’ LA SERIE A. Si comincia commentando l’accordo tra la Lega di serie A e la Federcalcio, legato alla riduzione dei compensi dei calciatori. La misura va dal taglio di un terzo degli stipendi annui lordi se la stagione non dovesse più ricominciare fino a quello di un sesto se si riuscirà a riprendere e terminare la stagione. E la serie C? “Noi stiamo dialogando con l’Associazione italiana calciatori, per un accordo – dice Cristiana Capotondi – ma la nostra situazione è diversa e molto più delicata. Il mondo del lavoro della Lega Pro ha numeri molto diversi rispetto a quelli della serie A. Noi abbiamo realtà differenti, giocatori che giocano al minimo sindacale e altri con ingaggi migliori. Ma stiamo cercando di comunicare che il settore calcio in generale è in sofferenza e i nostri club erano già in sofferenza prima. I presidenti della serie C sono ben consapevoli della posizione sociale ed economica dei giocatori. Quindi, nessuno in questo momento, è intenzionato a fare qualcosa che vada contro i giocatori. Però, dobbiamo ragionare. I presidenti sono proccupati sia per le loro imprese e società che per le famiglie dei loro dipendenti, tra le quali anche le famiglie dei calciatori“.

IL BUON SENSO. Anche la vicepresidente di Lega Pro, Cristiana Capotondi, conferma l’orientamento a fermarsi emerso dall’assemblea dei club fatta il 4 aprile in audioconferenza, condiviso dalla quasi totalità dei presidenti dei 60 club. “Il pensiero di tornare in campo, seppure a porte chiuse e con determinati protocolli medico sanitari, è un aspetto complesso, poiché anche quelle procedure richiedono molto personale e costi alti. Noi ci facciamo portatori della nostra realtà presso la federazione, poi spetterà al Consiglio federale dare la disposizione definitiva sull’eventuale ripresa o meno dei campionati, anche sulla base delle disposizioni governative. Ma quanto potremo mai temporeggiare, in vista di una ripresa? Potremo farlo al massimo fino ai primi di maggio. Bisogna capire quando ci sarà il punto di caduta, quello cioè in cui diremo di non poter più tornare in campo. Bisogna analizzare bene la posizione delle leghe rispetto all’effettiva possibilità di tornare a giocare. E perché la prossima stagione non si apra nei tribunali, bisogna fare in modo che nessuno possa avanzare reclami di alcun ordine. Alla fine, si andrè nella direzione del buon senso“.

UN CALCIO ROMANTICO. Un riferimento, dalla vicepresidente di lega, anche a quanto le società di serie C, in  primis proprio la Ternana, stanno facendo a sostegno delle realtà locali che rappresentano, in questo momento di emergenza. “Le attività solidali che stanno facendo i club di Lega Pro sono moltissime. A ulteriore testimonianza di un lavoro straordinario fatto da queste realtà sui territori e che e va al di là della parte ludico-agonistica. Questo ci fa pensare che quello nostro sia un calcio un po’ più romantico di quello al quale ci ha abituato il calcio di vertice. Tra l’altro è un calcio che quest’anno ha cominciato la propria attività con circa 600 mila tifosi in più, dimostrando di avere un seguito molto importante“.