Una storia, quella del tecnico reatino, che lo lega a doppio filo con la regione e con la città di Terni. In mezzo, i successi da allenatore ma anche una triste vicenda sportiva
Qualcuno fra i più attenti (e magari con qualche anno in più) ci avrà senz’altro fatto caso. L’allenatore del Rieti, Alberto Mariani, è uno che con l’Umbria e in particolare con Terni, ha molto a che fare. Nato a Roma 62 anni fa, Mariani ha raccolto lo scorso luglio il timone della panchina granata-celeste da Eziolino Capuano, dopo che il patron Riccardo Curci è rimasto unico proprietario del club con l’uscita del greco Poulinakis.
Il filo rosso che lega Mariani e Curci è la comune amicizia con Angelo Mariano Fabiani, ds della Salernitana della quale Mariani è stato prima vice di Torrente in prima squadra e poi fino al giugno scorso, responsabile del settore giovanile.
L’UMBRIA E TERNI. In Umbria Mariani ha vissuto a lungo ed è cresciuto calcisticamente: a suo tempo legato anche ad una donna ternana, Mariani è stato giocatore di varie squadre dilettantistiche: fra le altre la Tiberis, la Mar.Col. di Marcellano Collesecco (del patron Renzo Luchetti) e la Pievese, dove cominciò da player manager una carriera da allenatore che in Umbria lo ha visto guidare fra le altre Todi, Dinamo Terni e Pozzo. Proprio a Pozzo di Gualdo Cattaneo Mariani ha vissuto ed è stato l’artefice della storica salita in Promozione degli arancioneri.
DECOLLO “Da giocatore ho fatto tutti gli errori possibili per non fare carriera, questo mi aiuta in veste di allenatore perchè dico ai miei di fare il contrario di quello che ho combinato io”, aveva raccontato lo scorso gennaio in una intervista Mariani. Da allenatore ha fatto bene e vinto abbastanza, in settori giovanili prestigiosi. Dopo le esperienze umbre, arrivò il passaggio ai Giovanissimi della Lazio, quindi in ordine la prima squadra del Marino (serie D), la Primavera del Grosseto, la Berretti dell’Ascoli e nel corso dello stesso periodo l’incarico di vice nella prima squadra sotto la gestione Bruno Giordano, quindi l’esperienza con la Salernitana, inframezzata da sei mesi terribili in serie D al Chieti.
PROIETTILE. Al Chieti Mariani resta da agosto a dicembre 2016, perchè i neroverdi non riescono a concludere il campionato di serie D: falliscono a metà stagione, quando sono ultimi con un solo punto e Mariani fa in tempo a ricevere, insieme al presidente Mauro Giacomini una busta con dentro un proiettile. Una lettera anonima con minacce e contrassegnata da una croce rossa, che la Digos intercetta prima che arrivi a destinazione. Torna alla Salernitana, fino alla chiamata di Curci a Rieti, per sua prima volta su una panchina di serie C.
Foto: screenshot da video youtube di Rietilifetv