L’ex Presidente della Figc attacca il governo del calcio italiano e commenta il cambiamento dei regolamenti: “Provvedimento incredibile”

A poco più di un anno dalle sue dimissioni, provocate dalla mancata qualificazione della Nazionale azzurra ai Mondiali di Russia 2018, Carlo Tavecchio è tornato a parlare. L’ex presidente federale, ospite della rubrica “Pezzi da 90” ideata e condotta da Massimo Boccucci sull’emittente umbra Radio Onda Libera, ha aspramente criticato la situazione attuale del calcio italiano.

VICENDA ASSURDA. Tavecchio, dimessosi dalla carica dopo 3 anni e mezzo travagliati, ha qualche sassolino dalla scarpa da togliersi: “Cosa è successo da quando non sono più presidente? Parlano i fatti, io potrei starmene zitto. Basta guardare cos’è successo in Lega Pro con i recuperi ancora in corso. Non era mai successo nella storia del nostro calcio. La vicenda dei ripescaggi è stata assurda e fuori dalle regole”.

CAMBIO IN CORSA. L’ex numero uno del calcio italiano reputa inammissibile ciò che è successo in merito ai mancati ripescaggi: “La B a 19 squadre? Non avrei mai sottoscritto la riduzione del format, non l’ha fatto neanche il segretario generale. E’ stato un provvedimento che reputo incredibile, sono state cambiate le norme federali nella maniera più difficile da capire e da spiegare“.

PROGETTI ABBANDONATI. Interrogato su un possibile passaggio della Serie C a categoria semiprofessionistica, Tavecchio risponde: “Io ho lasciato nel cassetto un progetto ideale: Serie A con 18 squadre, Serie B con 20 e due gironi da 20 squadre ciascuno di Serie C, quindi il resto a fare da cuscinetto con l’interregionale. Non ci devono essere più di 70 club nei professionisti. Guardate all’estero come sono strutturati i campionati professionistici: basterebbe copiare”.