Prime laconiche e ironiche dichiarazioni del numero uno di Unicusano. Poche parole, ma evidenziano chiaramente il suo pensiero.
Questa volta, Stefano Bandecchi scomoda… Amici miei. Cita il celebre film, il patron della Ternana, nel commentare la sentenza del Tar del Lazio, che respinge il ricorso ma che di fatto sembra voler far capire che la giustizia sportiva ha un iter ancora aperto e che, in poche parole, deve pensarci essa e non il Tar stesso. Sentenza che, tra l’altro, non si esprime sulle modalità di pronunciamento del Coni dell’11 settembre (come le ricorrenti avevano chesto) e non sclude esplicitamente una competenza ancora possibile da parte del Collegio di garanzia.
“PRIMA AVEVAMO LE IDEE POCO CHIARE, ORA SIAMO CONFUSI”. Il Bandecchi-pensiero è semplice, racchiuso in poche parole. Anzi, una. “Risponderò con una parola – dice infatti il patron – facendo una breve premessa: sinora avevamo le idee poco chiare, ora invece le abbiamo molto confuse. Direi, quindi, che siamo di fronte ad una sentenza che potrebbe essere definita una supercazzola“.
Insomma, come a dire: Tar, Collegio di garanzia, blinda Tnf, come se fosse Antani, con ripescaggio a destra prematurato…