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Riforma con la Ternana in B, prime spaccature

La sede della FIGC
La sede della FIGC

Cominciano ad arrivare i commenti alla proposta, anche se ancora sono in pochi ad essersi pronunciati. Ecco chi la vuole e chi no.

Riformare il calcio professionistico riducendo le squadre da 100 a 60, facendo una serie B a 40 squadre e in due gironi e tenendo la serie C come divisione semiprofessionistica? Se ne parla. E’ una delle ipotesi di riforma e sarebbe particolarmente favorevole alla Ternana, la quale si ritroverebbe già dalla prossima stagione in B. Ma tutto dipenderà da cosa deciderà il Consiglio federale della Figc e cosa ne penseranno le società, affiliate alle varie leghe. Le prime reazioni, intanto, sembrano far delineare due fazioni, tra i tanti favorevoli (ci sarebbe un fronte di società pronte a dichiarare finita la Lega Pro), i contrari che non sono al momento tanti di meno e chi ancora resta vago, oppure non si pronuncia.

FAVOREVOLI, VAGHI E SILENTI. Al momento, un primo commento sull’ipotesi di riforma con la serie B a 40 squadre e una divisione semiprofessionistica oppure dilettantistica al posto della serie C, è arrivato solo da alcune parti. Mentre alla Ternana si valuta ancora la cosa con molta cautela, vediamo chi si è già pronunciato a favore, attraverso presidenti e anche direttori. La riforma serve come il pane per Catanzaro, Carpi e Carrarese. Secondo la Virtus Francavilla, occorre rivedere il numero di squadre professionistiche. Favorevoli anche Reggio Audace, Triestina, Novara e Gubbio. Restano, invece, ancora vaghi nol loro giudizio i rappresentanti di Pro Vercelli (molto complicato) e quelli di Piacenza e Olbia che dicono di sì ma dalla stagione 2021-2022. Così come rimane vago l’Ascoli, società di una serie B attuale nella quale si tende a non prendere ancora posizione ma nella quale i pareri negativi potrebbero essere diversi, copreso quello del presidente della Lega, Mauro Balata. Più morbida potrebbe, invece, essere la posizione di clubs come Cosenza o Trapani, visto che questa soluzione le salverebbe dal rischio di retrocedere.

IL FRONTE DEL NO. Arriva, intanto, anche qualche parere contrario. Secondo il Rimini, una riforma così non risolverebbe il problema delle poche risorse a disposizione delle società che rimarrebbero nella terza divisione. Alla Vis Pearo sono convinti addirittura che questa mossa tenda a “salvare solo i ricchi“, piuttosto che aiutare i club con più problemi. L’idea della super serie B non piace nemmeno al Cesena, più propenso a una serie C d’élite e una seconda divisione semiprofessionistica.

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